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Il caso

Cento, 49enne a processo per la carabiniera morta nello scontro

Daniele Oppo
Cento, 49enne a processo per la carabiniera morta nello scontro

Aperta l’udienza preliminare per l’incidente dell’11 maggio 2023. Nell’impatto tra due automobili perse la vita la giovane Emily Vegliante

18 maggio 2024
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Cento Una vicenda dolorosa per tutti, che sul piano delle responsabilità merita l’approfondito vaglio tipico di un’istruttoria dibattimentale. Ieri si è tenuta la prima udienza preliminare del procedimento a carico del conducente della Peugeot 3008 che l’11 maggio dell’anno scorso si è scontrata con la Fiat Punto dove a bordo, come passeggera, si trovava la giovanissima carabiniera Emily Vegliante, 23 anni, deceduta sul posto per via delle ferite riportate.

L’udienza è stata aggiornata al prossimo mese di dicembre, quando si costituirà in giudizio l’assicurazione, chiamata come responsabile civile. La procura, dopo la consulenza tecnica redatta dall’ingegner Guido Cacciari, aveva chiesto il giudizio per il solo conducente della Peugeot, un uomo di 49 anni, a processo per omicidio stradale. Secondo l’imputazione, quel pomeriggio avrebbe percorso via Modena - Sp66 - in direzione Renazzo e provenendo da San Giovanni in Persiceto, a una velocità di 90 km/h, superiore al limite imposto per quel tratto che è di 70 km/h. Inoltre, per via di una distrazione avrebbe invaso l’opposta corsia di marcia, impattando così con la Punto, senza che le manovre del conducente di quest’ultima - un collega di Vegliante - siano servite ad evitare lo scontro.


Secondo il consulente la distrazione potrebbe essere dipesa dall’uso del telefonino, o comunque dal fatto che stesse effettuando una telefonata mentre era alla guida, anche se non è stato specificato se direttamente tramite lo smartphone o con l’uso del sistema di infotainment del veicolo. Una lettura, questa, che è stata da subito contrastata dalla difesa dell’imputato (avvocate Beatrice Capri e Maria Teresa Ridolfi).

La donna non aveva le cinture di sicurezza allacciate, ma secondo il consulente della procura l’esito non sarebbe stato diverso anche nel caso in cui fosse stata correttamente assicurata, per via della struttura del sistema di aggancio, che non avrebbe retto in quel tipo di urto e con quelle velocità in gioco. Nell’impatto il collega di Vegliante rimase gravemente ferito e riportò varie fratture e lussazioni con prognosi superiore ai 40 giorni. Si è costituito parte civile tramite l’avvocato Denis Lovison.