Ferrara: liberata dagli abusivi, l’ex idrovora sarà casa di associazioni
L’edificio di via Caldirolo ha segni di occupazione
Ferrara Una nuova casa per le associazioni: questo può diventare il sito dell’ex idrovora di via Caldirolo. Dalla strada, in prossimità dell’incrocio con via dei Frutteti, non si vede che un grosso fabbricato fatiscente e, a pochi passi immerso nella vegetazione, un altro edificio più piccolo. Un doppio stabile che sorge in un luogo strategico, tra le mura cittadine e la periferia, destinato alla rigenerazione per tornare ad essere popolato.
La struttura risale al XX secolo: tra il 1927 e gli anni ’30 vennero costruiti lo stabilimento idrovoro e adiacente la casa del custode dell’impianto. Le costruzioni facevano parte dei progetti relativi alle opere di bonifica della fossa circumurbana, intrapresi per prevenire la malaria diffusa in seguito al ristagno delle acque. Inizialmente solo a un piano, il fabbricato di residenza del custode venne sopraelevato e ulteriormente ampliato nel corso del Novecento.
Gli immobili sono di proprietà del Comune di Ferrara per un totale di 345 metri quadrati vincolati dall’interesse storico artistico. Come segnalato dall’elenco dei complessi parzialmente o totalmente vuoti o dismessi, l’ex casa del custode sarebbe stata riconsegnata dall’Acer l’1 novembre 2019: una lunga serie di procedure tecniche e passaggi economici e il Comune ha potuto rimettere le mani sull’immobile che gode di gran potenziale. Infatti, non è mai stata nascosta la volontà di valorizzare un luogo chiuso da tempo, soggetto anche ad occupazione abusiva. Più sopralluoghi sono stati fatti nel corso degli ultimi mesi insieme a diverse associazioni, culturali e di volontariato, che hanno manifestato l’interesse verso una potenziale nuova sede in cui svolgere le proprie attività. Laddove vi erano gli appartamenti Acer sono stati trovati anche materassi e coperte, segni della presenza irregolare da parte di senzatetto alla ricerca di un riparo di fortuna.
Essendo inutilizzati da tempo, gli edifici sono al centro di una serie di valutazioni per verificarne lo stato strutturale e l’agibilità. Solo dopo il via libera, i necessari lavori di rigenerazione e rifunzionalizzazione, lo stabile potrà essere messo a disposizione delle associazioni che hanno bisogno di una sede. Una presenza che permette alle organizzazioni stesse di svolgere un ruolo di tutela del posto, fungendo quindi da presidio per i locali di via Caldirolo.
Sarebbe certamente uno spreco lasciare il luogo nelle condizioni in cui si trova, oltre ad un segno di degrado urbano e mancata capacità di valorizzare gli spazi cittadini, tanto più in un momento in cui le associazioni gridano aiuto e sono sprovviste di ambienti in cui ritrovarsi. Con la vegetazione che stava inghiottendo gli immobili in una giungla di erba alta e ramaglie, qualche sfalcio è stato eseguito, ma i lavori veri e propri per la riqualificazione non sono ancora partiti.
Per ora in giunta non è passato niente e, anche se sottotraccia potrebbe già starsi muovendo qualcosa, se ne riparlerà inevitabilmente alla fine delle elezioni quando le urne avranno decretato la futura amministrazione del Comune di Ferrara. L’area dell’ex idrovora è quindi destinata a rimanere così ancora per diversi mesi, molto probabilmente tutta l’estate, ma le associazioni che insieme ai rappresentanti del Comune hanno effettuato i sopralluoghi sono fiduciose che i primi passi verranno mossi al più presto. l
Francesco Gazzuola
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