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Ferrara, vandali al centro canoa

Ferrara, vandali al centro canoa

Un’altra notte brava a Pontelagoscuro: nel mirino il “Beppe Mazza”. Danni al bus, portati via motori nautici e pagaia. «È capitato ancora»

19 maggio 2024
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 Attorno alla biconca che collega il Boicelli al Po si osserva in queste ore il passaggio dell’ennesima piena stagionale del grande fiume, ma non è questa la principale fonte di preoccupazione di chi sull’acqua ci lavora o si svaga. Anche la zona degli attracchi subito dietro l’area artigianale, infatti, è compresa nel raggio d’azione dei balordi che ormai da parecchi mesi stanno turbando le notti dei pontesani, soprattutto ma non esclusivamente durante il weekend. Sabato notte l’ultimo raid, nel mirino è finito il Centro canoa Beppe Mazza, una realtà agonistica importante per il territorio, e che ha dovuto rinunciare, fra l’altro, ad una trasferta per una gara, oltre a dover rimediare all’incursione di ladri-vandali. E in paese torna a salire la tensione dopo che una freschissima operazione delle forze dell’ordine aveva fatto pensare quantomeno ad un momento di tregua.

I canoisti e gli allenatori del Beppe Mazza ieri mattina erano nella sede di via dei Tarocchi molto presto, poco dopo le 5, «dovevamo preparare la partenza per l’Idroscalo di Milano per una gara, ma abbiamo trovato una brutta sorpresa - racconta Aaron Sobbe, atleta e tecnico della società -. Qualcuno si era introdotto di notte nell’impianto, dopo mezzanotte e appunto prima delle 5, scavalcando il cancello. Il nostro pulmino era stato vandalizzato, tutti gli attrezzi da gara custoditi lì dentro erano spariti, compresa una pagaia da agonismo in carbonio; in più alcune barche erano senza ormeggio e me mancava una, assieme a due motori nautici: un bel danno in tutti i sensi». I motori, un Evinrude da 4.5 cv e un Johnson da 15 cv, a comprarli nuovi si spende un migliaio di euro, ma la sola pagaia da competizione ne aggiunge altri 400.

I ragazzi si sono subito dati da fare per salvare il salvabile, e visto che la trasferta milanese era saltata assieme ai vetri del pulmino, hanno iniziato a battere il bacino alla ricerca di quanto sottratto, «abbiamo trovato altro materiale sparito nei raid precedenti in zona - continua Sobbe -, ma nessuna traccia delle nostre cose e dell’imbarcazione rubata, nemmeno al cimitero di Vallelunga dove si solito lasciano le barche portate via, per poi andarsene probabilmente via terra».

Già queste parole fanno capire che il raid di ieri mattina è tutt’altro che un caso isolato. Già nella notte tra giovedì e venerdì, riferiscono i canoisti, i vandali avevano colpito l’impianto, «ma in quella occasione le imbarcazioni le avevamo ritrovate. Ma qui a fianco c’è la sede di un’altra associazione (il Centro nautico Amici del Po, ndr) che ha subito negli ultimi tempi diverse incursioni, vedendo sparire materiale di ogni tipo e pure imbarcazioni» riferiscono. Le barche, appunto, venivano regolarmente ritrovate all’approdo del cimitero di Vallelunga, come se servissero solo per una bravata sull’acqua di una notte e poi venissero abbandonate, come gran parte del materiale rubato.

Al Beppe Mazza, tra i segni del raid vandalico, le immancabili lattine di birra di un “festino” tra persone su di giri. Ed è difficile non mettere in collegamento questi episodi sul bacino, che si trova proprio dietro Semeraro, a quanto sta succedendo da mesi nella zona di Ponte, a partire dagli assalti al centro Quadrifoglio per finire con l’episodio più inquietante di tutti, le diverse decine di gomme d’auto squarciate.

L’altra notte è stato pure incendiato un cassonetto, in via Vallelunga, altro segnale “distintivo” di quest’ondata di vandalismi.