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La sentenza

Ferrara, assolta dall’accusa di corruzione l’ex sindaca Barbara Paron

Ferrara, assolta dall’accusa di corruzione l’ex sindaca Barbara Paron

Nessun addebito anche per la coimputata. Caduti i sospetti sull’interpretazione di una frase trovata su un foglio inserito tra gli atti del processo

23 maggio 2024
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Ferrara Nessuna tangente, nessuna corruzione. Il tribunale di Ferrara ha assolto l’ex sindaca di Vigarano Mainarda ed ex presidente della Provincia di Ferrara Barbara Paron dall’accusa di corruzione. Secondo il collegio composto dai giudici Piera Tassoni (presidente), Carlotta Franceschetti e Giovanni Solinas «il fatto non sussiste».

Paron, difesa dall’avvocato Denis Lovison, era accusata di aver preso nel 2016 una tangente di 5mila euro da Parid Cara, imprenditore titolare della centrale biogas Ca Bianchina, affinché bloccasse il Comune nelle pretese economiche basate su una convenzione del 2010 stipulata tra il municipio e la società che prevedeva oneri di compensazione ambientale, nonché per il ripristino della via Frattina, percorsa dai camion. Quella convenzione è stata oggetto di una disputa tra società e Comune che va tuttora avanti. La procura aveva chiesto che venisse condannata a sei anni di reclusione.

L’indagine era nata dall’esposto del suo ex compagno, Daniele Cesari, che aveva raccontato alla Guardia di finanza di aver visto la dazione di denaro e di aver addirittura quantificato a occhio – 5-10mila euro in contanti – il suo importo.

Assolta anche la seconda imputata, Lorenza Benati (avvocati Simone Bianchi ed Enrico Ferri), moglie di Cara, accusata di favoreggiamento per aver cercato di sviare le indagini sul reato del marito. Avrebbe redatto la seconda prova della corruzione: un foglio con scritto a mano “Dolce x Paron x € 5…trovare una soluzione… no speculazione elettorale”. Nel processo sono emersi dubbi fortissimi su questa interpretazione e una dipendente della società ha affermato di aver compilato lei quel quaderno, datato 2011 e non 2016. Più probabilmente era un appunto che riportava i presenti a un’assemblea di cittadini sui problemi della centrale biogas, partecipata da esponenti politici locali: "dolce" in realtà avrebbe indicato  il cognome Dolcetti quello che è stato interpretato come 5 "euro" (e poi 5mila euro) era in realtà un asterisco che indicava l'affiliazione di un partecipante al Movimento Cinque Stelle. Per lei la procura aveva chiesto l’assoluzione.

Il Comune di Vigarano Mainarda si era costituito parte civile tramite l’avvocato Alessandro Misiani.