Ferrara, il sindaco contestato in piazza Cortevecchia, aspro botta e risposta con Anselmo
Fabbri: “Grave atto intimidatorio, il Pd parla di antifascismo ma il fascismo è questo”. Il candidato del centrosinistra: “Lui fa propaganda elettorale con i soldi dei cittadini ed è stato già sanzionato dal Corecom”
Ferrara. Ed è scontro politico duro fra il sindaco ricandidato di Ferrara, Alan Fabbri (centrodestra), e uno degli sfidanti, il candidato del centrosinistra Fabio Anselmo, dopo il faccia a faccia con contestazioni durante l’inaugurazione della nuova Piazza Cortevecchia, questa mattina (23 maggio).
“Il candidato del centrosinistra con un atteggiamento intimidatorio e con una logica quasi da regime dittatoriale, ha tentato di impedire una libera conferenza stampa, una libera inaugurazione di una piazza pubblica, con una manifestazione non autorizzata – la dichiarazione del sindaco - L'azione di oggi dimostra una grande mancanza di rispetto, un atteggiamento arrogante, di un candidato incapace di fare proposte e incapace di capire che Ferrara non ha bisogno di logiche divisive. Gravissimo anche l'atteggiamento della claque che lo accompagnava e che, mentre si teneva l'inaugurazione, con fischi e urla ha più volte sovrastato le voci di chi legittimamente stava intervenendo per illustrare il progetto, per indurli al silenzio. Il Pd parla tanto di antifascismo, ma credo che l'atteggiamento fascista, in realtà, sia proprio questo".
"In spregio alle leggi e alla tutela della libertà e dei diritti, il candidato del centrosinistra si è addirittura spinto ad avanzare pretese nei confronti delle Forze dell'ordine, chiedendo un intervento della Polizia per impedire l'inaugurazione pubblica che tanto lo irritava – prosegue Fabbri - Cosa che ovviamente non è avvenuta, ma che svela un pensiero autoritario, per nulla positivo in una persona che si candida a guidare una città. Sono dispiaciuto, come candidato e come cittadino, che a causa dell'incapacità del candidato del Pd di fare una campagna elettorale positiva, invece di cercare visibilità disturbando il lavoro degli altri, gli agenti di Polizia e i Carabinieri siano stati costretti ad essere presenti in una situazione che doveva essere di festa, invece di poter stare nelle strade a tutelare la sicurezza dei cittadini".
A stretto giro di posta (elettronica) la replica di Fabio Anselmo: «Siamo stati costretti a fare un sit-in in piazza Cortevecchia per cercare di impedire che il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, violasse le norme della par condicio che regolano la campagna elettorale», la denuncia del candidato sindaco che è riferita anche alla presenza in piazza dell’assessore Alessandro Balboni. «La normativa elettorale parla chiaro: chi è candidato, se sindaco o componente della giunta in carica, non può partecipare a eventi istituzionali, in particolare inaugurazioni e simili, nel periodo in cui vige la par condicio – riassume Anselmo –. La motivazione è semplice e chiunque può capirla: non ci si può fare propaganda usando le istituzioni pubbliche, il denaro di tutte e di tutti». Ieri Anselmo aveva indirizzato una diffida a Prefetto, Questore, Comando dei Carabinieri affinché venissero prese le misure necessarie a impedire che venisse commessa l’ennesima violazione delle norme. «Queste misure non sono state prese – ricorda Anselmo – e così, in un centinaio, siamo stati costretti a fare una protesta contro questo comportamento illecito che avveniva alla luce del sole».
Fabio Anselmo ricorda che il 6 maggio il Corecom aveva rilevato 17 violazioni da parte di Fabbri e di componenti della giunta e aveva inviato il dossier alla Agcom per eventuali sanzioni. «Ma Fabbri continua imperterrito, pensa che i ferraresi siano suoi sudditi che devono tacere e ubbidire. E fa anche l’offeso, quasi che le norme le avessi violate io e non lui. Chiagne e fotte, direbbero a Napoli. Spero che il messaggio sia arrivato chiaro e forte – avverte Anselmo – a lui e ai suoi assessori: questi atteggiamenti non vengono più tollerati, non stiamo in silenzio, non siamo sudditi ma cittadini».
«Ribadisco, per fare chiarezza – conclude Anselmo –, che le inaugurazioni sono in sé e per sé più che legittime, ma non vi possono partecipare amministratori in carica che si ricandidano alle prossime elezioni. Questo non lo dico io, ma la legge. Auspichiamo che la prossima inaugurazione del Museo dedicato a Michelangelo Antonioni sia salvaguardata dal fatto che sindaco e assessori candidati alle prossime elezioni non vi partecipino. Se tenteranno di farlo, sarà per mero interesse personale e non di certo per amore della città e del Museo. Se succederà, sarà tutta loro la responsabilità per la mancata effettuazione della cerimonia».