Ferrara, tanti bambini a casa da scuola per un’epidemia di quinta malattia
Patologia non grave ma molto contagiosa: decine e decine di casi a Ferrara. Il parere dei pediatri
Ferrara È altamente contagiosa, e tra gli alunni delle elementari e i bimbi delle scuole materne si è diffusa rapidamente con decine e decine di casi che si sono tradotti in numerose assenze a scuola. A Ferrara è in atto un’epidemia di quinta malattia, una patologia infantile che si presenta con sintomi facilmente confondibili con quelli di un’influenza (irritazione alle vie aree, malessere e talvolta anche febbre)e che successivamente si “rivela” con la comparsa di un esantema, macule rosse che compaiono sul volto (si parla di aspetto di “guance schiaffeggiate”) e che si diffondono anche al tronco e agli arti.
Manifestazioni che hanno comprensibilmente messo in allarme le famiglie, considerato che la quinta malattia non è particolarmente conosciuta e molti hanno temuto che i propri figli avessero contratto una patologia grave.
Il problema, come spiega il dottor Andrea Voghenzi, medico pediatra, è che «la malattia è contagiosa prima della comparsa dell’esantema, e quando si rivela ha già infettato». Con l’arrivo delle macule rosse, insomma, il danno è già fatto, e considerata l’altissima transmissibilità attraverso le vie aree, è facilmente intuibile la velocità con cui ha “viaggiato” tra i bambini che condividono la stessa classe e giocano assieme. «Per la Quinta malattia, determinata dal Parvovirus B19, non esiste vaccino – continua il dottor Voghenzi –. Ogni anno si registrano casi sporadici anche in questa stagione, ma si deve tornare ad almeno sei-sette anni fa per l’ultima epidemia». L’attuale diffusione del virus «può essere attribuita all’effetto “post mascherine” e post isolamento che per due anni ci hanno protetto dal Covid ma che al tempo stesso hanno impedito la formazione di anticorpi e la perdita dell’immunità. Succede anche con le infezioni da streptococco, che risultano in aumento», spiega ancora il pediatra
La quinta malattia comunque, rassicura il medico, «non è una patologia grave e in assenza di altri sintomi i bambini possono tornare a scuola anche in presenza dell’esantema perché, come detto, in quella fase non è più contagiosa. Va ricordato però che in circa il 10 per cento dei casi, a distanza di due-tre settimane può insorgere un blocco midollare con conseguente leucopenia (carenza di globuli bianchi) e anemia, un aspetto che va controllato attentamente».
Negli ultimi mesi, conferma un altro medico - pediatra di famiglia ancora in servizio - solo nel mio ambulatorio ho riscontrato una trentina di casi. È comunque normale che questa patologia si manifesti in questo periodo, ma era diverso tempo che non tornava con casi tanto numerosi».
Alessandra Mura
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