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Il caso

Ferrara, invalida ma niente voto da casa: «Stavolta mi sento discriminata»

Francesco Gazzuola
Ferrara, invalida ma niente voto da casa: «Stavolta mi sento discriminata»

È in sedia a rotelle: «Mai alcun problema ora mi dicono di andare ai seggi»

30 maggio 2024
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Ferrara Quando si inizia a scambiare i diritti per privilegi, qualcosa nella società scricchiola. Tanto più se si parla di un diritto fondamentale come il voto, per cui si sono sempre combattute battaglie. E quando si decide di non tacere l’impressione è quella di passare dalla parte del torto e si sente il dovere di giustificarsi. «Non sono piagnistei: se uno si ribella è perché non vede riconosciuti i propri diritti». A parlare è la signora Luigina Trapella, pensionata di 74 anni e per una vita impiegata all’Agenzia delle Entrate, dalla quale ha avuto anche un premio alla carriera: un riconoscimento per l’impeccabile lavoro che ha sempre svolto con dedizione, nonostante tutto. E quel tutto è la sua compagna di vita: la poliomielite.

È una malattia acuta virale che colpisce i neuroni motori, portando a debolezza muscolare e paralisi flaccida acuta. La signora Luigina ha la polio dall’età di 3 anni e da 8 ha fatto avanti e indietro dalle sale operatorie, ma non è tutto: «La polio mi ha lasciato anche un’altra malattia: in seguito ad un intervento a 8 anni si è sviluppata la pemfigo volgare (malattia cutanea bollosa autoimmune caratterizzata da vesciche dolorose ed erosioni della mucosa orale, ndr), che mi ha reso ancora più difficile la vita». Ma neanche questo l’ha afflitta e con grande forza di volontà ha sempre vissuto la propria esistenza a testa alta, con immensa dignità. Forse qualche difficoltà nel percorso, con servizi non sempre adatti, ma ha sempre superato ogni forma di problematica presentatalesi davanti. E ogni volta ha rivendicato i propri diritti quando le cose non le venivano riconosciute. Anche il diritto di voto e proprio in questo periodo, con la scadenza elettorale, si è ripresentata l’occasione per esercitare il principio fondamentale.

Come già due volte a questa parte, la signorina Luigina, ora in sedie a rotelle e con il 100% di invalidità, ha presentato i documenti all’Ufficio elettorale per richiedere la possibilità di votare da casa, ma, a differenza dei precedenti, in questa occasione qualcosa è andato storto.

La medicina legale ha svolto i dovuti controlli e ha incontrato Luigina a casa. Dopo le dovute valutazioni la sentenza: la signora non potrà esprimere il voto a domicilio come già in precedenza. «Tuttavia – segnala la donna – non è cambiato niente rispetto al passato e i documenti erano gli stessi: con questa patologia non si può guarire, non si può migliorare». Rigettata la domanda di voto a casa “perché priva di una patologia rigida che la costringa a letto” – questa la motivazione avanzata dalla medicina legale che la 74enne riferisce –, alla signora Luigina sono comunque stati messi a disposizione i mezzi per spostarsi in sicurezza al seggio elettorale, quindi mascherina e ambulanza per il trasporto.«Io mi sento privilegiata per l’assistenza concessa, ma il problema non è questo, bensì andare in mezzo alla gente: io espongo la mia salute – insiste –: ho lesioni alle narici che mi fanno perdere molto sangue e in queste condizioni non posso muovermi da casa. Quando è venuta la dottoressa della medicina legale le ho chiesto se volesse vedere la salvietta insanguinata con cui mi ero appena pulita, ma non ha voluto». «Ho sempre speso molto per la mia salute e non ho mai chiesto un aiuto a nessuno – spiega lei – non penso di essere un peso per la società, ma vorrei solo che mi venissero riconosciuti i miei diritti e votare a casa come ho già fatto due volte: mi sento isolata». L’ultima speranza di Luigina: «Auspico che possa arrivare una risposta dalle istituzioni». l