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Stellata, dalla pioggia al proliferare di zanzare: «Rischio malattie»

Mirco Peccenini
Stellata, dalla pioggia al proliferare di zanzare: «Rischio malattie»

L’esperto: «Prevenzione strada maestra»

30 maggio 2024
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Stellata Un maggio particolarmente piovoso è diventato una costante negli ultimi anni, in cui le stagioni sembrano impazzite, ma durante cui occorre programmare attentamente la campagna di prevenzione rispetto alla proliferazione delle zanzare. «Le zanzare sono vettori di malattie pericolose - dice Michele Zanconato, operatore specializzato ed esperto del settore - e la loro proliferazione è favorita da condizioni climatiche e ambientali specifiche. Eventi meteorologici estremi, come le piogge abbondanti, aumentano il rischio di infestazioni». La questione è stata presa con grande attenzione, negli ultimi anni, soprattutto per effetto dei fenomeni estremi: a Bondeno tutti hanno in mente la tromba d’aria dell’agosto del 2022. Esiste una relazione tra i ristagni d’acqua e un possibile ricettacolo per questo insetto. Legame conosciuto già in passato, quando il lavoro degli scarriolanti si svolgeva in zone palustri. Un passo avanti tecnologico è stato compiuto, oggi, attraverso l’uso dei droni. «Riprese dall’alto hanno mostrato, di recente, la zona della Rocca Possente di Stellata, con la golena allagata: qui, per esempio, le acque dovute alla piena del Po permarranno a lungo, in alcune situazioni». Come intervenire è presto detto: «La prevenzione resta la strada maestra - sostiene Zanconato -. Le zanzare si sviluppano in una qualsiasi raccolta d’acqua ed uno strano apparato respiratorio consente alle larve di respirare anche in questa fetida raccolta, secondo un principio simile allo snorkel. Immaginiamo, cioè, un sifone presente all’interno delle larve delle zanzare». Le istituzioni hanno consigliato, negli ultimi anni, di evitare ristagni d’acqua, anche in sottovasi, piscine o fontane inutilizzate, falciando prati e curando le siepi, dove le zanzare trovano riparo nelle ore più calde. Questo per limitare il rischio sanitario. Da anni i Comuni distribuiscono prodotti da versare in caditoie e tombini.«Le buone pratiche suggeriscono mappatura, sorveglianza e monitoraggio delle aree interessate, eliminando i ristagni, ma si può agire anche introducendo (in maniera biologica) predatori naturali delle zanzare, riducendo così al minimo gli interventi chimici - sottolinea l’esperto -. Esistono, poi, sistemi di cattura massiva che, grazie ad attrattive e temperature che simulano la presenza, la respirazione e gli odori umani sono in grado di intrappolare un gran numero di femmine di zanzara. Si tratta di sistemi testati con la Facoltà di Agraria di Bologna. Nessun trattamento da solo è però completamente efficace, se non c’è parallelamente un’educazione del cittadino. Coinvolgere la comunità - conclude Zanconato - è cruciale per una prevenzione efficace, sensibilizzando tutti sull’adozione di comportamenti virtuosi».