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Ferrara, lasciò morire l’amico "ovulatore": andrà davanti alla Corte d’assise

Daniele Oppo
Ferrara, lasciò morire l’amico "ovulatore": andrà davanti alla Corte d’assise

Victor Obileme accusato dell’omicidio di Solomon Okocha: «Io non c’entro»

31 maggio 2024
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Ferrara Sarà la Corte d’assise a giudicare Victor Chukwuyekwu Obileme, 50enne nigeriano accusato dell’omicidio del connazionale Solomon Okocha, morto a 32 anni dopo atroci sofferenze a causa della rottura di un ovulo di eroina nel suo stomaco e il cui corpo venne abbandonato sull’asfalto sulla Statale 16, a Monestirolo. Nella tarda mattinata di ieri il gup Danilo Russo ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla pubblico ministero Barbara Cavallo. L’imputato, che è assistito dall’avvocato Giovanni Sorgato, ha provato a rilasciare delle dichiarazioni spontanee, in un italiano molto stentato e non senza cedere il passo all’emozione, quasi sfociata in pianto: Obileme si è dichiarato completamente innocente, assolutamente non coinvolto nel traffico di stupefacenti, e ha dichiarato che Okocha, a differenza di quanto sostiene la procura di Ferrara, non sia mai stato a casa sua, tanto meno nelle terribili ore in cui si è sentito male, fino alla morte. Obileme ha anche spiegato di aver conosciuto Okocha perché ogni tanto prestava la sua opera per lavori di fatica in quello che fu il Tito Red Carpet Club, il noto circolo privato di via Modena, punto di ritrovo per molti membri della comunità nigeriana ferrarese, e che nel 2020 venne chiuso su disposizione dell’allora questore Cesare Capocasa per via dei tanti problemi di ordine pubblico dovuti a risse, aggressioni e schiamazzi.Uno dei punti forti della difesa è che la casa di Obileme venne sottoposta a una perquisizione nei giorni immediatamente successivi il ritrovamento del cadavere di Okocha e ricostruiti i suoi ultimi contatti: gli investigatori effettivamente non trovarono nulla che fosse riconducibile alla vittima. Ci sono, ovviamente, altri elementi di prova e testimonianze a sostegno dell’accusa, che andrà ad ogni modo vagliata ed esplorata nel complesso dall’assise.

Secondo l’imputazione, Okocha, che sostanzialmente viveva in povertà e di lavori saltuari come imbianchino, venne convinto a fare il "body packer" o "ovulatore", ovvero a trasportare all’interno del suo stomaco degli ovuli di eroina da Torino a Ferrara: ben 39. Uno di essi si ruppe durante il viaggio e quando il 32enne arrivò a Ferrara, dove doveva essere ospitato da Obileme, nella cui abitazione avrebbe dovuto consegnare il carico, stava già male per via della droga entrata in circolo e per un’ostruzione, creata proprio dagli ovuli, dello sfintere pilorico, la regione finale dello stomaco che regola il passaggio del contenuto verso l’intestino. A nulla gli servì mangiare e bere, nemmeno assumere dei lassativi. Okocha andò in overdose e morì con molta probabilità accusando dolori insopportabili. Secondo l’accusa, Obileme non si sarebbe premurato di portarlo all’ospedale, al pronto soccorso, dove secondo la consulenza medico-legale avrebbero potuto salvarlo. I sospetti degli inquirenti, che sono rimasti nonostante la perquisizione non avesse dato risultati positivi, hanno trovato poi qualche elemento di conferma in un’altra indagine, per via di un’intercettazione che arriva da Trieste, dove a febbraio dell’anno scorso la Guardia di finanza chiuse l’indagine "Green Road" con l’arresto di 18 persone di nazionalità nigeriana residenti tra Friuli, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana, per traffico internazionale di stupefacenti. Nella conversazione si faceva riferimento proprio a un corriere della droga ritrovato morto sulla strada tra Ferrara e Bologna. Okocha stava trasportando un carico di eroina pari a 466,34 grammi di sostanza pura al 40,73%, buoni per produrre, scriveva la procura nell’atto di fine indagini firmato dalle sostitute procuratrici Barbara Cavallo e Isabella Cavallari, 7.597,7 dosi medie singole. La droga era addizionata con codeina, morfina, monoacetilmorfina e acetilcodeina. La prima udienza della corte d’assise è fissata per il 5 dicembre.