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Ferrara, i residenti del quartiere Giardino: «Felici di vivere in Gad»

Stefania Andreotti
Ferrara, i residenti del quartiere Giardino: «Felici di vivere in Gad»

Esami oggi al Parco Coletta per presentare i risultati

02 giugno 2024
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Ferrara «Perché le persone rimangono nel quartiere nonostante non sia considerato sicuro?». A porsi questa domanda sul quartiere Giardino, sono stati 4 studenti del Corso di Antropologia della comunicazione tenuto dal professor Giuseppe Scandurra di Unife. Tommaso Cavazza, Emma Celegato, Andrea Mancino e Giulia Rigoni, coordinati dalla professoressa Lorenza Cenacchi e coadiuvati dai fotografi Stefania Ricci Frabattista, Mario Bettiato e Luca Veronesi, hanno dedicato 4 mesi del loro percorso accademico ad indagare quali aspetti del quartiere abbiano influito sulla scelta di restare in Gad delle persone intervistate.

Le informazioni raccolte, sono state rielaborate dagli studenti alla luce delle teorie antropologiche e riassunte in una mostra fotografica. I risultati emersi saranno presentati oggi alle ore 14, durante l’esame finale del corso, che gli studenti sosterranno proprio al Parco Coletta, dove verranno esposti, all’esterno della recinzione, i pannelli che rimarranno in mostra per dieci giorni, per poi venire trasferiti prima nella sede della contrada San Giacomo, poi a Grisù.

«Questo progetto si chiama “Giardino dai mille volti” - spiega la professoressa Cenacchi - ed è la seconda edizione del progetto vincitore del premio “Io amo i beni culturali” della Regione Emilia-Romagna. In quell’occasione avevamo coinvolto diversi soggetti nella ricerca del patrimonio storico e culturale del quartiere Giardino. Le bellezze nascoste sotto una narrazione fuorviante, generatrice di paure e insicurezze sono state raccolte in una guida turistica. Se prima abbiamo cercato di indagare sulla urbs, tra monumenti ed edifici, questa volta siamo andati alla scoperta della civitas, l’anima delle persone, il cuore e i volti degli abitanti».

«Abbiamo intervistato diverse persone che vivono attivamente il quartiere - racconta Cavazza - Franco Baglioni titolare dello storico ristorante Gigina, Gianni Da Ronche, riferimento per lo svago dei bambini con la sua giostra, Gianantonio Braghiroli, presidente della contrada San Giacomo, Biagio Misanelli, direttore del Germoglio, Menegatti dell’omonima tabaccheria, Denis Gulinati, custode del grattacielo, Arianna Chendi, presidentessa della biblioteca popolare Giardino, Georg Sobbe, capitano dell’imbarcazione Nena. Grazie a questi incontri abbiamo trovato risposta alla nostra domanda: si resta per l’affezione al quartiere, che non cambierebbero, e in molti non si spiegano la reputazione che ha acquisito, sono felici del posto in cui vivono, noi stessi abbiamo scoperto che offre tante opportunità, i problemi che ha, non sono diversi da quelli di altre zone». «Giulia ed io siamo studentesse fuori sede - commenta Celegato - ed entrambe viviamo proprio in Gad, sono venuta a conoscenza degli aspetti negativi solo con questo progetto. È un quartiere multiculturale, ma tranquillo, non ho mai avuto problemi». «Per noi studenti è una zona strategica - conferma Rigoni - tra l’università e la stazione, è stata una fortuna trovare casa qui». «C’è stato un accanimento mediatico verso questo posto - specifica Manicno - ma la realtà che abbiamo conosciuto è diversa, speriamo che anche grazie al nostro contribuito si possa andare oltre al sentito dire o alla prima impressione». 

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