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Ferrara, più muffe sui muri di casa: «Così si combattono le spore»

Ferrara, più muffe sui muri di casa: «Così si combattono le spore»

Le valutazioni dell’esperto di fronte all’umidità record

05 giugno 2024
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Ferrara Il Castello estense ha tanti problemi (tra qualche mese sarà chiuso per una ristrutturazione radicale) ma non quello della muffa o dell’umidità. Merito della qualità dei mattoni, «elevatissima», ma anche dell’uso di materiali compatibili (che non entrano in contrasto fra loro) e dei tempi di costruzione decisamente meno serrati rispetto ai ritmi imposti dall’era industriale.

Daniele Stevoli, esperto di deumidificazione, impermeabilizzazione e tenuta dell’acqua, ha una conoscenza profonda della materia e spesso viene chiamato per fornire consulenze quando l’acqua presente nei muri di un edificio, su un terreno o su una pavimentazione rischia di compromettere le condizioni dello stabile o di riflettersi negativamente sullo stato di salute di chi vi risiede. Umidità di risalita e muffe spuntano spesso nei luoghi meno vissuti dell’appartamento, non rivelano il motivo della loro presenza e talvolta dilagano con una rapidità che rende ogni intervento invasivo e costoso.

Lo scorso inverno la comparsa di muffe domestiche ha costretto molte famiglie a fare i conti con le sanificazioni, non sempre efficaci se effettuate col “fai da te”, qualche volta anche quando a metterci le mani è un addetto ai lavori. «Le cause di questo fenomeno possono essere molteplici. La stagione, particolarmente umida e piovosa quest’anno, ha creato condizioni favorevoli all’insorgenza del problema – spiega Stevoli – Anche le temperature, elevate per la stagione, hanno contribuito perché lo spegnimento anticipato del riscaldamento agevola la formazione di condensa che aiuta le spore a radicarsi. Poi ci sono fattori ambientali tipici delle nostre case: i vapori che si formano in bagno usando la doccia o in cucina quando si accendono i fornelli. In generale, se l’umidità in un luogo sale oltre il livello dell’80% per più di 48 ore le muffe lì trovano un ambiente accogliente».

Attenzione anche ai panni bagnati stesi in casa e all’armadio addossato a una parete a contatto con l’esterno. Neppure il numero delle persone che vivono in un appartamento può essere considerato un aspetto a sè stante rispetto alla presenza dell’“invasore”. Se ogni persona ha a disposizione meno di 30-35 mq lo spazio non è sufficiente a smaltire completamente l’umidità e si rischia di veder apparire e crescere le macchie sui muri, puntualizza Stevoli. La forma dell’edificio ha anch’essa la sua importanza: ad esempio, una casa quadrata – sottolinea Stevoli – può essere meglio arieggiata di una rettangolare.

Assestare un colpo letale alle spore che ammorbano i luoghi dove la gente vive e lavora è il sogno di tanti. «Per rimuoverle conviene utilizzare i sali di boro, da diluire con acqua – il consiglio dell’esperto – Il dosaggio è di 50 grammi di sali per ogni litro di acqua. Dopo averli preparati si applicano alle superfici da pulire, utilizzando porzioni di carta assorbente oppure cotone e proteggendo le mani con guanti. Dopo il primo passaggio si dovrà attendere un tempo stimato in circa 10 minuti, quindi rimuovere le muffe dagli intonaci utilizzando carta assorbente. Trascorsa circa un’ora si dovrà applicare un secondo passaggio di soluzione sulle zone trattate in precedenza, che vanno pulite dopo 10 minuti ed eventualmente asciugate». I sali di boro, prosegue Stevoli, «sono acquistabili in rete o nei negozi di prodotti chimici. Sono altamente tollerabili dall’organismo, al punto che vengono anche utilizzati nella chirurgia». Anche per le tinteggiature esistono materiali che possono garantire un buon risultato: «Quelle interne dovranno essere realizzate utilizzando vernice a base di calce, rispettando i tempi di asciugatura presenti nella scheda tecnica del prodotto. La calce è un prodotto naturale, ha un Ph basico pari a 12.5, pertanto non idoneo per le muffe: la quasi totalità dei ceppi identificati non sopravvive con valori di Ph superiori a 9».

Gioele Caccia

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