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Codigoro, demolito l’ex hotel Aquila d’Oro: al suo posto un’area edificabile

Codigoro, demolito l’ex hotel Aquila d’Oro: al suo posto un’area edificabile

L’albergo, per tutti conosciuto come l’ustariè, ha scandito la vita del paese con i suoi campi da bocce e una cucina da leccarsi i baffi. La chiusura dell’ospedale decretò il suo declino graduale

06 giugno 2024
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Codigoro In meno di una settimana lo storico albergo Aquila d’Oro, che si affacciava sulla Riviera Cavallotti, a pochi metri di distanza dall’ex ospedale oggi Casa della Comunità, si è trasformato dapprima in un enorme cumulo di macerie e, da ieri, in un’ampia area (edificabile) completamente vuota.

L’albergo, che prima di chiudere definitivamente i battenti, aveva ospitato, nel 2018, alcuni migranti, ha scandito un secolo di storia di Codigoro, divenendo, tra gli anni ’60 e gli anni ’80 punto di riferimento per lavoratori, buongustai, parenti di pazienti ricoverati in ospedale. Quella dei giorni scorsi è la seconda demolizione a cui la struttura ricettiva, dotata di sette camere, è andata incontro da cent’anni a questa parte. Il suo nome delle origini “Aquila nera”, evocava le antiche legioni romane e le insegne imperiali, emuli dell’antica Roma, introdotte dal ventennio fascista. Negli anni ’60 l’albergo fu raso al suolo, per poi risorgere sulle proprie ceneri con un nome modificato Aquila d’Oro, per l’appunto e, da subito, riuscì a catalizzare anche l’attenzione e l’interesse dei residenti, grazie ai suoi due campi da bocce. Anche la cucina dell’albergo, che nel tempo andò incontro a diversi passaggi di proprietà, divenne da sola un’attrattiva, richiamando clienti da Codigoro, dalle località vicine, ma anche dal mare. La pasta sfoglia fatta in casa, le specialità a base di carne negli anni furono abbinate a specialità russe, grazie all’arrivo di una esercente di nazionalità russa.

L’albergo, tuttavia, nel corso degli anni, subì diversi avvicendamenti, sino a divenire, negli anni ’80, una pizzeria con annesso albergo e pure una pasticceria in cui si producevano le prelibatezze dolciarie della Sicilia, cannoli e cassata in primis. Da Porto Garibaldi giunse anche un maestro gelataio, che produceva oltre 100 diversi gusti di gelato. La chiusura dell’ospedale di Codigoro decretò il declino graduale, ma inesorabile dell’Aquila d’Oro, per certi versi rimasta isolata dai centri nevralgici del Basso Ferrarese e dalle strade a più elevata percorrenza. L’albergo era dotato, oltre che di rinomata sala ristorante, anche di una terrazza, di un ampio parcheggio interno e di un giardino. L’insegna è stata tra gli ultimi elementi a cadere dentro la morsa della gigantesca autogru, che ha lavorato nei giorni scorsi, prima che diversi autotreni caricassero la montagna di macerie, destinata allo smaltimento.

Sul web si leggono ancora i commenti entusiasti degli ultimi clienti, che avevano soggiornato all’Aquila d’Oro, optando per un albergo a venti minuti dal mare, ma molto più conveniente rispetto ad altre strutture ricettive della costa. «Per noi – commentano alcuni residenti che hanno assistito all’imponente demolizione dell’ex albergo – l’Aquila d’Oro era l’ustariè, frequentata da tutti e quando i due campi di bocce erano aperti, c’erano 16 persone per volta che si sfidavano. Si è sempre mangiato bene. C’era un grande richiamo, poi dopo aver ospitato i migranti ha chiuso definitivamente. È un peccato veder radere al suolo un albergo – concludono – ; l’area è edificabile e magari potrebbe essere costruito un bed and breakfast con vista sul Po di Volano, ma potrebbe diventare anche un grande parcheggio».