Ferrara, un domani per le politiche culturali
La visione condivisa della candidata consigliera Dem Sara Conforti e dell’ex assessore alla Cultura Alberto Ronchi
Ferrara Sono indispensabili la trasparenza dei bilanci annuali, le referenze delle personalità chiamate a dirigere il nostro tessuto culturale e una visione organica di limiti e potenzialità del patrimonio architettonico di Ferrara. Questi gli elementi imprescindibili che Sara Conforti, candidata per i Dem al consiglio comunale e Alberto Ronchi, ex assessore alla cultura prima del Comune di Ferrara, poi della Regione e del Comune di Bologna, hanno condiviso. Palazzo dei Diamanti, simbolo della nostra capacità attrattiva, nel 2023 non ha raggiunto i 90mila visitatori: si tratta di un calo notevole rispetto alle annate precedenti, quando con una sola mostra dedicata all’Orlando Furioso si raggiungevano i 146mila.
ECCELLENZE PUBBLICHE
«È necessario proporre in tempi brevissimi – argomenta Conforti – un progetto culturale capace di programmare mostre uniche e distintive con una prospettiva almeno biennale, affinché possano essere lanciate sui mercati nazionali e internazionali e si possa lavorare con il turismo intermediato. Un progetto che coniughi la valorizzazione del patrimonio locale con esperienze cosmopolite, rigore scientifico e attrattività per il pubblico, in ottica di una sostenibilità anche economica. Ferrara Arte deve tornare a essere un punto di riferimento nel panorama espositivo, centro di produzione e non spazio da riempire senza alcuna progettualità di lungo respiro e senza alcuna coerenza con il palazzo ospitante, la sua storia e la sua reputazione. Fare, in piena trasparenza, una selezione per l’individuazione di una direzione scientifica che abbia caratteristiche di comprovata professionalità, ossia che abbia in capo la direzione di mostre di comprovato valore culturale, che abbia comprovate relazioni internazionali, che abbia curato cataloghi esclusivi, che sia in grado di proporre un prospetto almeno della durata del suo incarico, di sviluppo dell’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti, di quella editoriale di Ferrara Arte e dell’approccio didattico».
IL SISTEMA MUSEALE
Palazzina Marfisa e soprattutto Palazzo Massari, nonostante siano ancora chiusi, con i capolavori di Boldini e de Pisis stoccati nei depositi, sarebbero decisivi, insieme a Palazzo Prosperi Sacrati, per trattenere i turisti dentro le mura, specie quelli stranieri di cui si è registrato un calo nei pernottamenti del 24,8%, nel 2022, e del 13% nel 2023, rispetto al pre-pandemia. E il 2024 non promette bene: «L’indotto passa inevitabilmente per una visione di ammodernamento e di rilancio delle collezioni in situ, nonché del sistema musei civici nel suo complesso, soprattutto in vista dei lavori in Castello. Serve anche pensare con attenzione a cosa proporre per gli spazi espositivi di Palazzo Prosperi Sacrati, avendo una definizione certa dei tempi di ripristino, dove potrebbero trovare spazio la fotografia e l’arte contemporanea di livello, le arti visive interdisciplinari e performative. Immagino un sistema posto su mappa che veda la città distinta in poli museali, da quello di arte moderna e contemporanea appunto, al polo di arte antica intorno a Palazzo Schifanoia, Palazzo Bonacossi e alle dimore storiche, a quello cartaceo intorno alla Biblioteca Ariostea e a Casa Niccolini, sino a quello scientifico del Museo di Storia naturale».