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Ferrara, omicidio del Big Town: i baristi davanti all’assise

Daniele Oppo
Ferrara, omicidio del Big Town: i baristi davanti all’assise

Rinviati a giudizio Mauro e Giuseppe Di Gaetano

10 giugno 2024
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Ferrara Una battaglia durata quasi tutta la giornata di ieri. Ma alla fine è andata come preventivabile alla vigilia: rinvio a giudizio davanti alla corte d’assise il 7 novembre per Mauro Di Gaetano e suo padre Giuseppe; rito abbreviato per Lorenzo Piccinini, il 14 dello stesso mese.

L’udienza preliminare per l’omicidio di Davide Buzzi, avvenuti nel bar Big Town nella notte tra il l’1 e il 2 settembre dello scorso anno, è stata dominata dalla valanga di eccezioni e questioni presentata al gup Danilo Russo dalle difese dei Di Gaetano: Mauro, 41 anni, assistito dall’avvocato Michele Ciaccia, il padre, 70 anni, dagli avvocati Stefano Scafidi e Giulia Zerpelloni. La prima e forse più importante di tutte, la contestazione dell’aggravante della crudeltà: la sua esclusione avrebbe permesso ai due imputati di omicidio volontario di poter accedere al richiesto giudizio abbreviato. Altre questioni, tutte respinte, sono state sollevate sull’utilizzabilità di materiale probatorio e di alcune intercettazioni, così come sulle costituzioni di parte civile (la madre, la compagna e il fratello assistiti dagli avvocati Gian Luigi Pieraccini e Francesco Mantovani; il padre e i due fratellastri dall’avvocato Andrea Zamperlin; mentre Piccinini, 21 anni, che oltre alla veste di imputato ha anche quella di persona offesa, è assistito dall’avvocato Giampaolo Remondi).

La vicenda, in buona misura ripresa da una telecamera di sorveglianza interna del locale di via Bologna, è tristemente nota. Buzzi, 42 anni, pochi giorni prima aveva chiesto del denaro a Mauro Di Gaetano, un pizzo di 3mila euro al mese, paventando altrimenti la distruzione del locale. Il motivo è che lo considerava coinvolto nella morte del figliastro Edoardo Bovini, 19 anni, avvenuta il 12 agosto davanti al locale, per via dell’assunzione di cocaina. Quel 1º settembre era passato una prima volta in moto davanti al locale, preannunciando a gesti che sarebbe ritornato. Mauro Di Gaetano, che aveva denunciato alla Polizia il tentativo di estorsione, aveva chiamato il numero delle emergenze, erano arrivati i carabinieri, poi andati via dopo un primo controllo. Poco dopo Buzzi è tornato insieme a Piccinini (per questo imputato di tentata estorsione in concorso con Buzzi), a bordo di una Bmw, lasciata parcheggiata in mezzo alla strada. I due, che avevano assunto entrambi cocaina, si sono portati appresso anche una tanica di benzina e dopo aver mandato all’aria sedie e tavolini con un fuggi-fuggi di tutti i clienti presenti, hanno malmenato Giuseppe Di Gaetano, che aveva provato a ostacolarne l’ingresso, raggiunto da un gomitata violentissima al volto. Proprio l’anziano ha avuto la prima reazione che ha cambiato l’esito dell’assalto: con un coltellino ha raggiunto Piccinini al petto, provocandogli una ferita che, a posteriori, è risultata essere potenzialmente mortale, ma che in quel momento è sembrata avere effetti più limitati. Mauro Di Gaetano ha invitato Buzzi alla calma e chiamato i soccorsi e a quel punto la vicenda sembrava finita così.

Invece ha avuto una ripresa e un esito ancora più inaspettato: da un lato il rientro nel locale di Giuseppe Di Gaetano, dall’altro un piccolo parapiglia - in un punto non inquadrato dalla telecamera - tra Buzzi e Mauro Di Gaetano. Forse il barista ha colpito l’assalitore con delle bottigliate e con una chiave inglese. In questo frangente Giuseppe ha attaccato Buzzi alle spalle con diverse coltellate. Una alla gola. Potenzialmente mortale, dice la consulenza medico legale.

Piccinini, che dopo la coltellata era rimasto seduto e in affanno, si è alzato per uscire dal locale, spinto fuori da Giuseppe. A rendere assurda la scena: aveva una sigaretta in bocca.

Buzzi era in grave difficoltà e per la prima volta Mauro Di Gaetano è uscito fuori dal bancone e lo ha affrontato, colpendolo ripetutamente alla testa con un lucchetto, facendolo crollare. Tutto si è svolto in pochi secondi. Perché mentre Piccinini era ancora sulla soglia, Mauro si è avvicinato anche a lui, colpendolo alla nuca con il lucchetto, senza che il giovane - apparentemente - se ne sia nemmeno accorto. Poi è tornato indietro e si è accanito di nuovo su Buzzi, ormai sicuramente inoffensivo. Le coltellate - quelle più gravi date in una situazione di sostanziale calma - e le lucchettate a un Buzzi ormai neutralizzato (morto per via del sangue che gli aveva invaso ogni via respiratoria), costituiscono nel costrutto accusatorio elaborato dalla pm Barbara Cavallo dopo le indagini dei carabinieri, l’aggravante della crudeltà.

«Finora - affermano gli avvocati di parte civile Pieraccini e Mantovani - non ci è stato offerto un euro né è stato manifestato dispiacere per quanto successo».