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Porto Garibaldi, Ferragosto senza pesce gratis: salta la Festa dell’ospitalità

Katia Romagnoli
Porto Garibaldi, Ferragosto senza pesce gratis: salta la Festa dell’ospitalità

La Famìa ad Magnavaca ha rinunciato alla 46ª edizione

14 giugno 2024
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Porto Garibaldi Bando deserto per mancanza di candidature. Sfuma la 46ª edizione della Festa dell’ospitalità di Porto Garibaldi, evento storico con cui la località marinara ogni anno, il 14 agosto, ringraziava migliaia di turisti che accorrevano sul portocanale a gustare, gratuitamente, pesce fritto freschissimo. L’ufficialità della notizia, che ha subito suscitato incredulità e sgomento, è giunta dopo la pubblicazione all’albo pretorio della determina con cui l’amministrazione lagunare prende atto del mancato arrivo di progetti volti alla realizzazione della manifestazione, da sempre organizzata dalla Famìa ad Magnavaca, in collaborazione con altre associazioni di volontariato. La scadenza del termine per l’invio di candidature era stata fissata alle 12.30 del 4 giugno. Per realizzare la kermesse gastronomica, associata a musica, animazione, mercatino e spettacolo piromusicale, il Comune aveva stanziato un contributo di 35mila euro.
Il Pd, attraverso Nicola Tassella, membro della sua segreteria, rilancia una serie di quesiti, dopo l’annullamento di un altro evento di grande richiamo per Porto Garibaldi (e per tutta la costa) come il Comacchio Beach Festival. «Anche questa festa viene cancellata. A chi attribuirne la colpa? Alle associazioni no-profit? All’amministrazione? Alla poca disponibilità dei nostri concittadini? – chiede il Pd di Comacchio –. La risposta dell’amministrazione comunale è alquanto pilatesca: “Noi abbiamo fatto un bando di gara, al quale nessuna associazione ha risposto”. La verità è che questa amministrazione preferisce l’organizzazione di eventi svolti da società private in ambiti circoscritti, con pagamento del biglietto di ingresso, alle manifestazioni aperte a tutta la cittadinanza».
Le crescenti responsabilità, il peso consistente della burocrazia e il mancato ricambio generazionale sono all’origine del passo indietro compiuto, dopo quasi mezzo secolo, dalla Famìa ad Magnavaca. A spiegarlo nei dettagli è la sua presidente Ornella Senni: «La decisione di fermarci è stata assunta durante un recente consiglio direttivo, per le responsabilità crescenti, la burocrazia sempre più opprimente e la stanchezza fisiologica di molti volontari, che non sono più ragazzini. Già lo scorso anno era stata richiesta una fidejussione, ma siamo un’associazione no-profit e le nostre uniche entrate risalivano alla commedia andata in scena nel 2018. Abbiamo sempre presentato consuntivi al centesimo».
Nella sua articolata esposizione, la presidente della Famìa ad Magnavaca fa notare che lo scorso anno era mancato anche il supporto prezioso della coop Brodolini, che si era sempre fatta carico dell’allestimento delle maxi tavolate e della pulizia immediata ad ogni ricambio di commensali. Batosta anche sul fronte delle spese, dato che il canone di occupazione demaniale sul portocanale era schizzato dai 390 euro pre Covid ai 3.700 euro dello scorso anno, da versare anticipatamente. «Tutto questo ci ha tagliato le gambe – aggiunge la presidente della Famìa ad Magnavaca –. Noi siamo la vecchia guardia e non abbiamo avuto ricambio. Desidero ringraziare gli amici che per tanti anni hanno collaborato alla perfetta riuscita della festa, nonché l’Ufficio turismo che ci ha sempre supportato, i volontari, arrivati per aiutarci anche da altre città, da Ferrara, dalla Romagna, dal Veneto e i turisti. Abbiamo ereditato da Eva Fuschini, anima storica della festa, questo spirito di coesione e di autentica accoglienza ed ospitalità, che è stato il suo fiore all’occhiello. Non ci sono scontri con il Comune. Abbiamo spiegato le nostre ragioni». l

Katia Romagnoli

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