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Il caso

Mazzette alla Motorizzazione di Ferrara: la procura presenta il conto

Daniele Oppo
Mazzette alla Motorizzazione di Ferrara:  la procura presenta il conto

Chieste pene severe per gli imputati principali Franchi, Caselli e Barca

15 giugno 2024
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Ferrara Otto anni, già ridotti di un terzo per la scelta del rito abbreviato, per Cesare Franchi. Cinque anni per Edoardo Caselli. Quattro anni e mezzo per Alessandro Barca. Sono le richieste di pena formulate ieri dal pubblico ministero Andrea Maggioni nei confronti dei tre imputati principali nel processo per le mazzette alla Motorizzazione civile che, secondo l’accusa, servivano ad accelerare - o a farle risultare come effettuate anche se così non era - le revisioni per decine e decine di mezzi pesanti. Franchi e Caselli (difesi rispettivamente dagli avvocati Alberto Bova e Ciriaco Minichiello) sono gli ingegneri della motorizzazione civile estense che avrebbero accomodato le revisioni, Barca (assistito dall’avvocato Alessandro Valenti del Foro di Bologna) invece il titolare della All Service Srl che nell’ipotesi accusatoria avrebbe agito da intermediario tra la motorizzazione e le imprese di trasporto che cercavano una corsia preferenziale. A Franchi sono attribuite una grande quantità di reati, di "piccole corruzioni", circa 180. Circa una cinquantina quelle attribuite a Caselli, che per suo conto ha sempre respinto ogni accusa e nell’interrogatorio della precedente udienza ha sostenuto che a supporto delle sue condotte vi fossero delle circolari ministeriali e che se aveva ricevuto qualcosa da parte di alcuni autotrasportati, tali doni erano solo piccole regalie amicali, non mazzette. Il rito abbreviato non è stato scelto solo da loro tre. Altre 35 persone - questa volta si tratta di autotrasportatori - sono le posizioni per le quali è stato celebrato il rito abbreviato. Nella passata udienza vi erano stati alcuni interrogatori, molti dei quali con ammissione degli addebiti: piccoli pagamenti - per questo definiti dagli inquirenti "piccole corruzioni" - in denaro contante ma anche in natura (polli o prosciutti, ad esempio) per effettuare revisioni "Speedy Gonzales", come le ha chiamate il pm Maggioni, cioè velocissime, troppo per essere considerate reali. Per loro, il pm ha chiesto due non luogo a procedere e per il resto trentatré condanne che vanno da un minimo di un anno e quattro mesi di reclusione a un massimo di tre anni e otto mesi. Il giudice dell’udienza preliminare Danilo Russo ha rinviato l’udienza a dopo l’estate per le arringhe delle difese: si torna in aula il 4 ottobre. Nel processo sono da includere le 19 richieste di rinvio a giudizio già presentate dalla procura e 18 patteggiamenti. Nel corso delle indagini condotte dalla polizia stradale e dalla guardia di finanza era emerso quello che appare come un vero e proprio sistema di scambio di favori per ammorbidire o non svolgere affatto la revisione di mezzi pesanti. Il sistema era imperniato sulle dazioni di denaro (o beni in natura) dal valore di 100, 200 e 350 euro a scapito della sicurezza stradale. Circa 600 mezzi erano stati fermati, e 358 carte di circolazione sequestrate. Erano stati sottoposti a revisione straordinaria 168 veicoli, e solo il 10 per cento aveva superato il "vero" esame.