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L’inchiesta

Abusi sui bimbi in un asilo del Ferrarese, il don era tutore dell’arrestato

Annarita Bova
Abusi sui bimbi in un asilo del Ferrarese, il don era tutore dell’arrestato

Le famiglie chiedono che si arrivi alla verità: «Il prete però è stato trasferito». «Vogliamo sapere chi lo seguiva e che titoli aveva per essere primo in graduatoria»

20 giugno 2024
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Ferrara «Vogliamo sapere chi è il tutore di quel ragazzo e in base a quali criteri è stato scelto per prestare servizio civile in quella scuola». I genitori dei bambini che frequentano l’asilo nel quale sono avvenuti gravissimi abusi di tipo sessuale, non hanno intenzione di mollare. Anzi, dopo la confessione del giovane e dopo avere visto filmati e fotografie chiedono a gran voce che sia fatta luce sulla vicenda.

Un passo indietro. Il 21enne arrestato per i fatti avvenuti dentro e fuori dalla scuola, è un giovane che è nato e vissuto in paese. Lo conoscono tutti. La sua, a quanto pare, non è stata una infanzia facile ed ha sempre trovato una sorta di rifugio nella chiesa, dove è stato accolto. «Mai avremmo potuto immaginare niente di simile», hanno detto le persone a lui vicine. «Ci siamo sempre fidati». Quale il punto? «Quel ragazzo ha partecipato ad un bando regionale. Nelle carte viene messo in evidenza che il suo tutore legale è il parroco che fino a dopo l’estate ha esercitato qui in paese - spiegano i genitori dei bambini coinvolti -. È successo che il vescovo di Ferrara, come spesso avviene, ha messo in atto una serie di trasferimenti ed anche il nostro parroco è stato mandato altrove». Questo passaggio per evidenziare che «il 21enne è rimasto senza tutore. Oppure qualcuno ha preso il posto del don. Se sì, di chi si tratta? Ed in che modo ha vigilato sul suo operato?».

Il servizio civile Sono tanti gli interrogativi che restano aperti. «I nostri figli, bambini piccolissimi, sono stati abusati in quello che doveva essere un luogo sicuro. Nel bando del servizio civile leggiamo che il fine del progetto per cui il ragazzo era stato chiamato era quello di “implementare le attività educative di supporto a minori e famiglie. Potenziare il protagonismo giovanile. Coinvolgimento dei soggetti territoriali portatori di “buone pratiche”. Ecco, ci vengono i brividi. E spieghiamo anche perché». Carte alla mano «la commissione selezionatrice procede alla valutazione dei titoli e delle esperienze. Questo è messo nero su bianco. Il ragazzo ha avuto un punteggio altissimo, risultando primo in graduatoria. Quali titoli ha? Che scuole ha frequentato? Perché a noi risulta che abbia frequentato solo la scuola dell’obbligo e che per lui quella nella scuola d’infanzia sia stata la prima esperienza. La valutazione dei i titoli e delle esperienze dichiarate dai candidati verrà espletata prima del colloquio di selezione, per prendere atto delle esperienze già maturate e tracciare un primo profilo del candidato”. Il suo punteggio è stato di 50,30: in che modo ci si è arrivati?».

Le indagini

Il ragazzo potrebbe non essere l’unica persona coinvolta in questa tremenda vicenda. Video e foto trovati nel suo pc e telefono potrebbero essergli stati inviati. Non solo. Anche lui, ma queste al momento sono solo supposizioni, potrebbe essere stato in passato vittima di abusi ed è per questo che è a sua volta seguito da esperti. Lo sconcerto in paese è tanto. Il sindaco sta mettendo in piedi un percorso particolare per i bambini e le famiglie, che avranno certamente bisogno di supporto. In quattro sono già seguiti in un centro altamente specializzato a Bologna. Anche la scuola deve capire attraverso i suoi legali, già nominati subito dopo l’arresto di gennaio, come muoversi soprattutto alla luce della confessione e davanti all’evidenza delle immagini e dei video. La prossima udienza, che si terrà a Bologna, è stata fissata per il 10 ottobre. Il ragazzo potrebbe parlare, raccontare e dare ulteriori elementi utili alle indagini.