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Ferrara, madre e figlio morti nel camper: la disperazione dietro l’incendio

Daniele Oppo
Ferrara, madre e figlio morti nel camper: la disperazione dietro l’incendio

Escluso il caso fortuito nel decesso di Stefano Cavalieri e Mirella Graziosi

20 giugno 2024
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Ferrara Il cartello apparso qualche giorno dopo nel luogo della tragedia è ancora lì. C’è scritto: «Vogliamo la verità sul tragico evento accaduto il 6/2/2024 in questo luogo». Lo aveva messo Simonetta Cavalieri, sorella di Stefano, che subito aveva intuito cosa era accaduto: un gesto disperato. Gli accertamenti compiuti dai vigili del fuoco e quelli medico legali sembrano convergere sul fatto che il 6 febbraio scorso Stefano Cavalieri ha, con molta probabilità, deciso di togliersi la vita e di portare via con sé sua madre, Mirella Graziosi. Entrambi, lo si ricorderà, sono stati trovati carbonizzati all’interno del camper andato a fuoco nel parcheggio del negozio Decathlon di via Ferraresi. La consulenza dei vigili del fuoco di Bologna, pur nella difficoltà di risalire alle cause puntuali dell’incendio, esclude che questo sia avvenuto per cause fortuite. Il motivo principale è che al suo interno sono state trovate due bombole di gas Gpl con le valvole aperte: erano dove non dovevano essere e dove non vi era motivo che fossero: nella cellula abitativa del camper e non nell’apposito vano. La causa della morte per entrambi è stata stabilita nell’inalazione del monossido di carbonio sprigionatosi nell’incendio, divampato molto rapidamente per via della presenza di oggetti e arredi altamente infiammabili. Non sono stati trovati acceleranti o inneschi “volontari”. È ipotizzabile che Cavalieri volesse usare il gas come veleno, ma uno dei tanti possibili inneschi presenti nel mezzo (frigo, piano cottura, l’impianto elettrico) abbia determinato l’incendio.

«Non meritavano di morire così», ripete oggi, tra le lacrime inconsolabili Simonetta che forse aveva intuito anche il perché di quella fine. Stefano Cavalieri veniva da una relazione sentimentale chiusa male e con conseguenze molto pesanti. Lui era stato denunciato e imputato per maltrattamenti e violenza sessuale. La sua ex compagna viveva nell’abitazione che lui e la madre avevano preso in affitto a Occhiobello e dove era divenuto ospite non gradito. In uno degli episodi che gli veniva contestato, risalente al novembre 2023, c’è una frase detta alla ex compagna, che letta oggi, al di là della vicenda penale, fa capire come la situazione abitativa fosse un peso grave per l’uomo: «Se non te ne vai io mi ammazzo». Invece è stato lui ad andare via di casa, prima da solo nel suo camper, e poi portando con sé la madre, 87 anni. È verosimile che vivessero in questa condizione disperata da circa 15-20 giorni, stazionando in vari parcheggi del Rodigino e anche a Ferrara. Uno o due giorni precedenti il suicidio-omicidio, Cavalieri è tornato in casa, ricevuto in maniera fredda dalla ex compagna, alla quale ha detto che avrebbe fatto il bagno all’anziana madre e poi sarebbero andati via di nuovo. C’è stato un acceso diverbio, con intervento anche di alcuni vicini di casa e poi dei carabinieri. Da lì Cavalieri si è allontanato nuovamente, portando con sé la madre per l’ultimo viaggio, terminato il giorno del compleanno di una delle sue figlie.

Cosa abbia pensato in quei momenti, non lo possiamo sapere. Forse che non gli fosse rimasto più nulla e che stava trascinando in quel vuoto anche sua madre e l’unica via che ha trovato, giusta o sbagliata non è importante affermarlo, è stata quella indicata dalla disperazione. Possiamo però immaginare che i suoi ultimi pensieri e quelli di sua madre siano stati dolci, dedicati a quella figlia e nipote. E all’amore di chi rimane.