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Il padre della ventiduenne uccisa dall’ex ragazzo

Ferrara, tutta la forza di Gino Cecchettin: «Giulia è viva e ora è di tutti»

Silvia Giatti
Ferrara, tutta la forza di Gino Cecchettin: «Giulia è viva e ora è di tutti»

La presentazione del libro a Villa Imoletta

25 giugno 2024
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Ferrara «Ha agito in modo infelice per averla solo sua ma l’ha resa immortale. E ora Giulia è ancora viva ed è di tutti». Sono le parole di Gino Cecchettin, il papà di Giulia, la 22enne della provincia di Padova, vittima di femminicidio da parte del suo ex ragazzo, Filippo Turetta, compiuto l’11 novembre del 2023. Le parole di papà Gino sono state pronunciate a Ferrara, lunedì sera, durante un incontro della Fondazione Imoletta che con l’evento ha aperto una serie di iniziative per le donne e le famiglie a Villa Imoletta, un luogo suggestivo dislocato in piena campagna, a pochi chilometri dalla città, dopo Quartesana.

Neanche il maltempo e la pioggia hanno fermato i numerosi presenti, soprattutto donne, all’evento organizzato per parlare e sensibilizzare la comunità locale sul tema della violenza di genere. Gino Cecchettin, alla Fondazione Imoletta, ha presentato il libro dedicato a sua figlia “Cara Giulia”, edito da Rizzoli. «Si dovrebbe leggere per ricordare chi era Giulia», risponde alla domanda de La Nuova sul perché leggere quel libro. A presentare il lavoro, oltre al papà di Giulia, c’erano anche il presidente della Fondazione Imoletta, Tullio Monini e Paola Castagnotto da tanti anni donna impegnata sul territorio per le altre donne, specie quelle vittima di violenza. Gino Ceccchettin è apparso come un padre molto amorevole. Un uomo, nonostante tutto, innamorato ancora della vita, della sua ex moglie, con cui ha ballato il tango fino all’ultimo prima che lasciasse lui e suoi tre figli (Giulia, Elena e Davide) per un male incurabile.

«Con Elena ci sentiamo spesso in call (la ragazza si trova all’estero per motivi di studio, ndr), mentre Davide cerco di godermelo a ogni momento, anche quando lui non vuole», dice. Perché quello che papà Gino vuole comunicare a chi lo ascolta non è solo la figura di Giulia, «uno scricciolo innamorata fin da quando era molto piccola della vita», ma anche che cosa è bene cogliere della vita stessa. Senza piagnistei o frasi moralistiche, prova a dire cosa fa ogni giorno, dopo la violenta scomparsa di Giulia. «Serve capire il valore del tempo», dice al pubblico che lo ascolta in un silenzio partecipato. «C’è il tempo per le cose di valore e c’è quello per le cose effimere».

E papà Gino ora ha capito che non bisogna mai perdere tempo, quasi come per dire che non dobbiamo mai dare per scontato nulla. Frasi e discorsi che sembrano quasi trasmettere gioia più che dolore per un figlia che gli è stata strappata in modo violento da un “falso amore”. Parla della Fondazione che sta nascendo in nome di Giulia e che opererà per «contrastare la violenza di genere, portare l’educazione nelle scuole e distribuire borse di studio per rendere più libere quelle donne che sono ancora vittime di violenza». Poi attraverso la lettura di alcuni passi del libro fa “esercizi del ricordo”. Ricorda Giulia nel quotidiano, quando lo chiamava «papino» o quando in pizzeria riusciva sempre ad attrarre l’attenzione dei bambini più piccoli, cercando di giocare il più possibile con loro.

«Chi si era seduto a tavola con noi ringraziava sempre della serata trascorsa, perché Giulia era fenomenale nel rapportarsi con i bambini», aggiunge Cecchettin. E ancora la ricorda quando «avendo fatto il liceo classico, amava ricercare l’etimologia di ogni parola» e lo stupore che provava quando capiva che le cose potevano essere molto più semplici di come apparivano «quando ad esempio le veniva detto che la parola sbucciare derivava da buccia». Papà Gino dunque racconta in quel libro la sua Giulia, la 22enne che «quando andava a fare aperitivo con i suoi amici capitava che le chiedessero ancora la carta d’identità perché sembrava una minorenne».

Giulia era anche una ballerina e le piaceva la musica e spesso «si divertiva a fare le mosse di Totò». Giulia era buona con tutti e «chi l’ha uccisa – ha affermato Cecchettin - ha commesso un gesto infelice per Giulia, ha reso infelice chi le stava attorno ma ha reso infelice anche se stesso».