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I nodi della sanità

Asl e Sant’Anna, sui bilanci ferraresi i sindaci dicono ancora no

Asl e Sant’Anna, sui bilanci ferraresi i sindaci dicono ancora no

Bocciati i conti per la terza volta. Regione di nuovo nel mirino

27 giugno 2024
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Ferrara Per la terza volta nel giro di pochi mesi i bilanci delle due aziende sanitarie pubbliche della provincia, Asl e Sant’Anna, vengono portati sul tavolo della Conferenza territoriale socio-sanitaria (Ctss), dove - con un dibattito ridotto all’osso, un paio di interventi ed il voto – vengono sonoramente bocciati. A stroncare i conti della sanità ferrarese è quella che si sta configurando come una maggioranza stabile formata dai Comuni della provincia retti da giunte civiche o di centrodestra, maggioranza “pesata” uscita rafforzata dalle ultime elezioni amministrative ed ostile alla gestione locale e regionale del sistema.

È successo anche ieri nella riunione dedicata alla discussione dei conti preventivi delle due aziende pubbliche. Drastico il risultato: 30 quote “pesate” contrarie all’approvazione e 16 favorevoli. Hanno votato a favore la Provincia, Argenta, Cento, Goro e Portomaggiore. Astenuti: Poggio e Comacchio. Assenti: Ostellato, Riva del Po e Voghiera. Contrari tutti gli altri.

Era già accaduto a settembre dell’anno scorso, quando era in discussione – con qualche mese di ritardo rispetto a quest’anno – il bilancio di previsione 2023; lo scenario si era poi ripetuto a maggio 2024, con la campagna elettorale già in corso, in occasione del voto sui conti consuntivi dell’anno scorso.

Sullo sfondo si scorge già la scadenza di una nuova competizione elettorale, quella per le regionali, fissata per la fine dell’anno e anticipata dopo l’elezione del presidente uscente, Stefano Bonaccini, nel parlamento europeo. Per la manager a capo di entrambe le aziende, Monica Calamai, un nuovo stop che certamente complica la possibilità di una sua conferma al vertice delle due aziende, assodato che un suo eventuale bis (la proroga degli attuali amministratori scadrà a gennaio 2025) potrebbe essere interpretato da buona parte dei comuni ferraresi come palese e dichiarata volontà di punire il territorio mentre per il nuovo presidente non sarebbe il miglior viatico.

D’altro canto sembra plausibile che, se venisse confermata la maggioranza attuale in Regione la Ctss rischierebbe di trasformarsi in un campo di battaglia, dove oltre alle logiche legate a sanità, sociale e salute, a generare scontri e divisioni potrebbero essere i rapporti politici fra Bologna e Ferrara, intese nelle loro declinazioni amministrative.

Saranno quindi i prossimi mesi a chiarire se e come si scioglierà questo nodo. Ieri la direttrice generale dell’Asl e commissaria straordinaria dell’azienda ospedaliera ha presentato i due bilanci di previsione 2024 con un disavanzo atteso di 100,6 milioni di euro, dei quali 61,3 a carico dell’Asl e 39,2 sui conti del Sant’Anna.

Calamai ha affermato, anche rispondendo alla domanda dell’assessora di Vigarano, Francesca Lambertini, che la Regione probabilmente sta trattenendo fondi che in futuro saranno redistribuiti fra le aziende di tutte le province, senza seguire la spesa storica come avveniva in passato. In questo modo si potrà tenere conto di eventuali disallineamenti nei conti delle aziende delle varie province.

Un altro fattore, non emerso in Conferenza, potrebbe essere legato alle difficoltà di bilancio registrate a più riprese dalla Regione, anche a causa dei ridotti trasferimenti statali sulla sanità e delle maggiori spese (alluvione), come ha spesso dichiarato l’assessore regionale Raffaele Donini negli ultimi mesi. Donini annuncia che «anche nel 2024 raggiungeremo l’equilibrio del bilancio con grande sforzo e determinazione» mentre devono ancora essere distribuiti in regione oltre 600 milioni di euro. Il disavanzo del 2023 è stato poi azzerato.

Lo sbilancio è stato generato da diversi fattori, ha detto Calamai: per l’Asl, minore finanziamento dalla Regione di 35,5 milioni di euro, aggiornamento Livelli essenziali di assistenza per 3,2 milioni, mobilità passiva extra di 2,9 milioni, remunerazione aggiuntiva farmacie di 1,2 milioni, più costi per farmaci, vaccini e dispositivi per 3,2 milioni, farmaceutica convenzionata +2 milioni, privato accreditato +1,3 milioni, assunzioni e libera professione +3,7 milioni e altre voci meno pesanti. Per il recupero dei tempi di attesa maggiori contributi regionali per 1,9 milioni.

Il bilancio preventivo dell’azienda ospedaliera è andato in negativo per un calo dei fondi regionali (-24,4 milioni) e del fondo costi energetici (-5,1 milioni), costi aumentati per farmaci e dispositivi (5 milioni), libera professione (+2,3 milioni), manutenzioni (+4 milioni), personale (+1,3 milioni). Sono cresciuti i contributi regionali per la riduzione delle liste d’attesa (+0,9 milioni) e la mobilità attiva (+ 5,9 milioni dall’Asl).

Il sindaco di Lagosanto, Cristian Bertarelli, ha pronunciato una dichiarazione di voto piuttosto articolata, che ha sollevato nuovamente la questione del project financing dell’azienda: «I costi sono cresciuti in pochi anni da 23 a 63 milioni, con un aumento di 39 milioni di euro, se quegli esborsi fossero rimasti invariati oggi il disavanzo dell’azienda ospedaliera sarebbe molto più basso. Cosa impedisce al Sant’Anna di rescindere o rinegoziare il contratto?». Poi un affaccio sulla situazione del servizio di procreazione assistita, a Lagosanto. Si dice che molti fornitori ritirano gli embrioni per rivolgersi al Veneto, è vero? E il servizio rispetta le linee guida?», ha chiesto all’Asl. Il direttore sanitario, Emanuele Ciotti, ha annunciato che da lunedì, finiti i lavori, il servizio tornerà alla piena attività. l

Gioele Caccia

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