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Pieve di Cento, il gip: «Processate il poliziotto»

Daniele Oppo
Pieve di Cento, il gip: «Processate il poliziotto»

La decisione del gip per il suicidio in carcere di Lorenzo Lodi. Archiviati comandante della polizia penitenziaria, ispettrice e medico

27 giugno 2024
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Pieve di Cento Imputazione coatta per un agente di polizia penitenziaria. Archiviazione per la comandante del corpo, un’ispettrice e per il medico del carcere. Dopo oltre sei mesi, il giudice delle indagini preliminari Danilo Russo ha finalmente sciolto la riserva sull’opposizione presentata dalla famiglia di Lodi (avvocato Antonio De Rensis) alla richiesta di archiviazione dell’indagine per la morte in carcere di Lorenzo Lodi, il 29enne che, detenuto da 24 ore, si suicidò in cella il 1º settembre del 2021 all’Arginone. Per il giudice, che ha emesso una doppia ordinanza, l’agente Giuseppe Palermo (avvocato Alberto Bova) deve essere imputato dalla procura - che ha dieci giorni di tempo per farlo - per il reato di omicidio colposo. La sua colpa sarebbe consistita nel non dare seguito alla "grande sorveglianza", impartita per tenere sotto controllo Lodi, che aveva manifestato intenti suicidi anche prima di entrare in carcere (i carabinieri intervennero per questo, poi lo arrestarono per possesso di droga) , non effettuando gli imposti passaggi ogni 20 minuti per verificarne lo stato, ma eseguendone solo due: uno alle 11,30 e l’altro alle 14,50 quando ormai era troppo tardi. «La palese violazione di tale dispositivo di controllo da parte di Palermo - scrive il giudice - (. ..) rende ben arduo, ad oggi, escludere una ragionevole previsione di condanna dell’indagato».

Lo stesso giudice sembra aver fugato - comunque non è più presente - un dubbio che egli stesso aveva sollevato in un momento anteriore del procedimento, quando si chiese se lo stesso agente non avesse ricevuto l’ordine di servizio (il numero 147) sulla sorveglianza "aumentata" troppo a ridosso del suicidio. Il secondo provvedimento è invece l’archiviazione delle posizioni della comandante Annalisa Gadaleta (avvocato Bova) , dell’ispettrice Patrizia Fogli (avvocato Denis Lovison) e della dottoressa Giada Sibahi (avvocati Silvia Galeone e Fabio Anselmo) . Sulle loro condotte, il gip concorda con le conclusioni della procura: non possono avere responsabilità né per colpa specifica, visto il carente quadro regolatorio in tema di prevenzione del rischio suicidario in carcere (visita psicologica solo entro le prime 48 ore, ad esempio) , né per colpa generica, avendo comunque agito in maniera adeguata. Sibahi correttamente propose di aumentare il grado di sorveglianza dopo aver ascoltato Lodi e le sue intenzioni. Altro non doveva né poteva fare in quel contesto, anche tenuto conto che non è una psicologa. Gadaleta e Fogli agirono correttamente in base alla loro conoscenza dei fatti in corso. Secondo il giudice, il mancato ritiro delle lenzuola (indicate da Lodi e poi usate come strumento per il suicidio) non è giudicabile sotto il profilo della responsabilità penale perché sarebbe stato un «provvedimento del tutto eccezionale» anche in quella specifica circostanza.