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I danni del clima

«Qui si è allagato tutto». App a Ferrara per “mappare” le crisi

«Qui si è allagato tutto». App a Ferrara per “mappare” le crisi

I cittadini a est già segnalano. Monitorato pure il calore

27 giugno 2024
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Ferrara Una raccolta di dati scientifici direttamente dai cittadini, per monitorare isole di calore, allagamenti e biodiversità, e intervenire a ragion veduta in particolare nella prevenzione degli allagamenti. Il progetto Usage è finanziato dal Programma Quadro dell’Unione Europea Horizon Europe, è coordinato dalla Universidad Politecnica de Madrid e vede Ferrara tra le quattro città europee coinvolte assieme alla spagnola Saragozza, alla belga Lovanio e a Graz, in Austria. Usage è l’acronimo di Urban data space for green deal, ovvero un sistema urbano di interscambio dati per iniziative strategiche che l’Ue ha avviato per una transizione verso un ambiente più pulito. All’interno del progetto al cittadino è richiesto di collaborare con il semplice uso di app da installare sullo smartphone. «Citizen science significa partecipazione attiva dei cittadini in attività di raccolta dati e produzione di informazioni, attraverso misurazioni, stime, osservazioni con l’obiettivo di ampliare la propria conoscenza personale e quella scientifica del fenomeno a cui sono connessi» spiega Piergiorgio Cipriano, coinvolto nel progetto Usage per conto della società partner Deda Next, azienda impegnata nell’accompagnare la trasformazione digitale della pubblica amministrazione e delle aziende di pubblico servizio.

Gli allagamenti avvenuti alcune settimane fa nella zona est della città hanno mosso alcuni cittadini, i quali utilizzando l’app gratuita QField, hanno già cominciato a raccogliere i dati relativi agli allagamenti pochi istanti dopo che si erano verificati. QField permette infatti di localizzare facilmente informazioni sui tratti di strade e aree allagate, le possibili cause (ad esempio le caditoie ostruite o il mancato deflusso delle acque) oppure di riportare danni causati dalla caduta di alberi o eventuali infiltrazioni dai tetti. Oltre agli allagamenti, mediante l’uso di una seconda app vengono importati dati relativi alla temperatura dell’aria e all’umidità presente mentre ci si sposta in città. Questo è possibile con l’ausilio di uno strumento, denominato MeteoTracker, una vera e propria stazione meteorologica portatile, in grado di effettuare rilevazioni in modo semplice durante gli spostamenti quotidiani. L’apparecchio può essere montato sul manubrio della bicicletta, o agganciato ad uno zainetto e fornisce dati molto precisi, ma soprattutto in luoghi dove non sono presenti rilevatori fissi. È quindi possibile comparare i dati relativi alla temperatura dell’aria a quella delle superfici. Tale analisi viene effettuata sfruttando le immagini termiche generate dal satellite Landsat, in transito ogni otto giorni sulla verticale della nostra città. Si possono tra l’altro analizzare eventuali correlazioni tra le misurazioni effettuate a terra e quelle rilevate attraverso le fotocamere a infrarossi del satellite.

Oltre a isole di calore e allagamenti, le attività di citizen science Ferrara vedono il coinvolgimento di cittadini volontari e istituti scolastici nella raccolta dati sul tema della biodiversità. Coordinati dal personale del Museo di Storia Naturale di Ferrara, i “citizen scientist” utilizzano l’app iNaturalist, in grado di censire specie vegetali e animali e condividere facilmente i dati, la localizzazione e le fotografie scattate.

Il termine del progetto, di durata triennale, è previsto a luglio 2025, ma il vero obiettivo è quello di proseguire le attività anche dopo, con l’impegno attivo dei cittadini, delle scuole, del comitato “Caldirolo libera” e dell’associazione Fiumana, un sodalizio ricreativo e culturale impegnato nello sviluppo di progetti sviluppa progetti di rivalorizzazione del fiume Po come via di comunicazione e scambio, risorsa ambientale e identità culturale. Per maggiori informazioni: www.citizenscienceferrara.org e www.usage-project.eu. l

Stefano Balboni

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