La Nuova Ferrara

Ferrara

Il flop agli Europei

Figuraccia degli Azzurri, a Ferrara la piazza non perdona

Figuraccia degli Azzurri, a Ferrara la piazza non perdona

Spalletti e il presidente Figc nel mirino dopo l’eliminazione. «Con Gravina non vinciamo neanche la coppa di testa»

4 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Alla fine lo stadio Olimpico di Berlino non ha portato bene come diciotto anni fa e gli italiani dovranno aggrapparsi ad altro per vivere le notti magiche che sono solite infuocare l’estate: il calcio non regala più le stesse soddisfazioni. La Nazionale è stata eliminata dagli Europei. Un peccato non aver potuto assistere al pareggio conquistato nei minuti finali contro la Croazia dal maxi schermo del Summer Festival – l’evento era stato annullato per maltempo – e quindi ritrovarsi di fronte ad un’intera piazza in festa per la qualificazione agli ottavi; una fortuna, dall’altro lato, che uno spettacolo “deprimente” – così gli intervistati dalla Nuova hanno definito la partita di sabato contro la Svizzera – non sia andato in scena nella cornice di Trento Trieste.

Il giorno dopo la gara parlano gli “allenatori da piazza”: si arriva puntuali in conferenza stampa tra le 11 e le 12 – la calura ferrarese rende proibitivo restare all’esterno oltre mezzogiorno –, imbracciando la bicicletta. Press room d’eccezione all’ombra della facciata della Cattedrale cercando di intercettare qualche bava d’aria e si commenta l’eliminazione degli Azzurri da Euro 2024.

La domanda suscita impulsi secchi e inequivocabili: «Una cosa indecente, meglio sorvolare sull’atteggiamento che i giocatori hanno avuto in campo», risponde Claudio Ferrari. «Non ci sono parole», gli fa da eco Bruno Mari. E si va sull’analisi dei novanta minuti da cui l’Italia di mister Spalletti è uscita sconfitta: «Quando rientri in campo nella ripresa dopo un primo tempo in cui hai subito gol ti aspetti quantomeno una reazione che però non è arrivata, anzi la Svizzera ha raddoppiato: una partita da dilettanti», giudica ancora Ferrari. «Meglio che sia finita – aggiunge Mari –, almeno non si soffre più: anche nelle partite precedenti il rendimento della squadra ha lasciato a desiderare».

I giudizi negativi sono condivisi dal resto della piazza. «Si può perdere, ma non così – dice Luca Marzola mettendosi le mani in testa –. Spalletti ha snaturato la squadra e i problemi nei posizionamenti dei giocatori sono evidenti». «Non ha messo i singoli nelle giuste condizioni per far bene – sottolinea Enrico Paparella –. Il risultato? La più brutta Italia degli ultimi sessant’anni». Le colpe vengono spartite, se non trasferite in toto, con il presidente della Figc Gravina: «Finché non cambieranno i vertici della Federazione e le figure politiche al suo interno, rimarranno le problematiche – valuta Stefano Gessi –. E perché non si valorizzano i giovani, che siamo campioni europei Under 17 e vicecampioni mondiali con l’Under 20. Nelle altre nazionali giocano, da noi rimangono a guardare». Piccola nota a stemperare la débacle azzurra: «Criticavano Tavecchio quando era presidente della Figc, ma questo (Gravina, ndr) non vince neanche la coppa di maiale, la coppa di testa». Risata generale.

L’atteggiamento è una variabile imprescindibile nello sport e Chiara Cristofori lo sa bene, lei che è un’ex pallavolista: «Poca grinta, poco carattere – commenta –. I giocatori sembravano molto inchiodati: dicono che la testa faccia tutto». Tra le vie di Ferrara si aggira anche una piccola delegazione proveniente da Lecce. Francesco Bagordo, Dario Lisi e Antonio Andrioli condividono che si tratti della «peggiore Italia degli ultimi trent’anni. Sono scesi in campo senza cuore – affermano in merito alla sconfitta contro la Svizzera –, senza pensare di vestire la maglia azzurra. Dal 2006 l’unico lampo è stato Euro 2020 – dove invece l’Italia ha portato a casa il trofeo, ndr –, per il resto una parabola discendente. Persino mister Conte, nostro conterraneo, agli Europei del 2016 era stato in grado di far emergere l’anima di un gruppo tecnicamente inferiore a quello di quest’anno». Una prestazione “disastrosa” secondo Giorgio Fazzin, che ha notato «poco impegno e molti errori di gioco: sembrava una squadra di serie A contro una di serie Z».

Salvati dalla gogna Donnarumma e Calafiori, ritenuti i migliori degli Azzurri. Allontanandosi dalla piazza si sprecano i commenti sulla Spal, giusto per tornare ad una dimensione locale altrettanto traballante come la Nazionale. l

© RIPRODUZIONE RISERVATA