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Il retroscena

Ferrara, Maggi attacca Fabbri: «Mai una telefonata»

Francesco Gazzuola
Ferrara, Maggi attacca Fabbri: «Mai una telefonata»

L’ex assessore: «Rassicurato dal sindaco sul successivo mandato, poi dopo le elezioni non si è più fatto sentire»

05 luglio 2024
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Ferrara Spesso sodalizi, collaborazioni e rapporti di amicizia sono destinati a concludersi: la storia lo insegna, tanto più in un mondo volubile come quello della politica. Gli equilibri cambiano in fretta: cinque anni prima sei seduto tra i banchi della giunta e poco dopo ti ritrovi tagliato fuori, anche se in più occasioni sono arrivate rassicurazioni in merito alla tua posizione.

Rotture del genere capitano più frequentemente di quanto ci si immagini: a volte rimangono nel silenzio delle sale municipali, altre esplodono come vero scandalo mediatico. E questa volta il caso è prettamente ferrarese. Al centro Andrea Maggi: la sua esclusione dalla giunta ha fatto certamente discutere e all’indirizzo dell’ex assessore sono arrivati «centinaia di messaggi e telefonate che manifestano affetto, stupore, delusione per la mancata riconferma».

Il caso

Meglio dunque entrare nel tema e far luce una volta per tutte. «Parlo della frattura che si è manifestata in ragione e a seguito delle ultime competizioni elettorali tra il “reale” e il “percepito” in ambito politico», premette Maggi, che aggiunge: «È un tema che, solo di recente, avverto come tale perché mio malgrado mi ha visto coinvolto e che ha che fare con logiche comunicative e con il consenso». Emergono quindi i retroscena post voto, «un dovere nei confronti delle quasi 1600 persone che hanno crocettato la “lista Maggi” – spiega il fondatore che ha ottenuto quasi 500 preferenze personali –, lista che nasce dal mio desiderio di portare avanti, da civico puro di estrazione liberale, le istanze di persone per bene e rivendicando un’autonomia, politica e culturale, rispetto alla “lista Fabbri”, coacervo elettorale molto eterogeneo». Maggi rimarca le differenze tra le due liste civiche che hanno fatto parte della coalizione di maggioranza: «Ricordo – dice parlando della lista del sindaco – che l’attuale assessore Savini era in prima linea contro il progetto Feris, sostenuto invece dal vicesindaco Balboni e dallo stesso sindaco, ma gli esempi sono tanti».

La promessa

«Nasce quindi la “lista Maggi”, naturalmente in accordo con Fabbri, il quale, in più occasioni e alla presenza di altre persone, ed anche per iscritto, mi rassicurava circa il fatto che sarei riuscito a portare avanti tutti i progetti legati al Pnrr anche nel successivo mandato elettorale, quale componente di giunta». Insomma, il posto era in cassaforte e Maggi festeggia la vittoria elettorale, «anche se la mia lista non raggiunge il 3%, necessario per eleggere un consigliere. Un successo che sarebbe comunque arrivato anche senza l’apporto della Lega o di Forza Italia. Attendo dunque pazientemente il mio turno per le consultazioni».

La svolta

«Dopo due settimane, alla presenza del sig. Cimarelli, incontro il sindaco, il quale mi riferisce che a breve “mi saprà dire”. La sera stessa del colloquio mi arrivano alcuni messaggi da conoscenti del seguente tenore: “La giunta è fatta da giorni”, con l’elenco delle persone che avrebbero ricoperto incarichi di governo. La giunta era stata già decisa, tanto che era stata convocata la conferenza stampa per il giorno successivo».

Epilogo e stoccate

«Nonostante il lavoro incessante portato avanti in cinque anni, il sindaco ha premiato altre persone, una delle quali – l’assessore Fornasini – certamente da invidiare per il coraggio avuto nel chiamare i miei simpatizzanti sollecitandoli a non buttare via la loro preferenza votando il sottoscritto». «Ma non è (solo) questo il punto – aggiunge Maggi –: Alan Fabbri, contravvenendo all’immagine perfettamente disegnata sui social network da Michele Lecci (un genio nel suo lavoro) non mi ha nemmeno degnato di una telefonata. A proposito di telefonate: sbeffeggiare il candidato sindaco sconfitto come ha fatto Gulinelli è sintomatico di pochezza umana e culturale». Il capitolo è chiuso: «Ringrazio il Dg Mazzatorta per avermi chiesto la disponibilità per una collaborazione che, tuttavia, non intendo accettare».