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Cento, marijuana light: assolto dall’accusa di spaccio

Daniele Oppo
Cento, marijuana light: assolto dall’accusa di spaccio

Un 31enne era finito a processo per alcune cessioni. Dimostrata le legalità della sostanza che era stata regalata ad amici

09 luglio 2024
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Cento Alla fine anche la procura di Ferrara si è convinta: quella non era marijuana illegale, era quella light, commercializzabile. E l’imputato non solo non si era messo a spacciare droga, ma aveva esclusivamente regalato qualche grammo di quell’erba non stupefacente, sulla quale lui basa anche un’attività professionale, oltre che di studio, a degli amici. Niente di illegale, niente per cui essere condannato. E infatti anche il giudice del tribunale estense ha deciso ieri che "il fatto non sussiste", che il reato proprio non è mai esistito, assolvendo così un uomo di 31 anni di Cento, finito alla sbarra per degli episodio di spaccio di marijuana, anche se considerata fin da subito di qualità bassa e in modica quantità. Ha dovuto difendersi in giudizio, in quello ordinario e non con riti alternativi come hanno fatto altre persone indagate nello stesso filone, e il suo legale, l’avvocato Alessandro Falzoni, carte alla mano, ha dimostrato che quella dell’accusa era "erba" perfettamente legale, la cosiddetta marijuana light. Peraltro, gli stessi (presunti) acquirenti, tre uomini che avrebbero ricevuto la marijuana tra Bologna e Pieve di Cento, tra 2016 e 2019, avevano già raccontato che in realtà l’imputato gliela regalava e che ne usufruivano anche insieme, tra amici. Lui, d’altronde, ha sempre sostenuto che si trattasse di una scorta di marijuana legale, con principio attivo bassissimo e legalmente commercializzabile negli appositi negozi. La aveva, peraltro, perché ha compiuto studi appositi proprio sulla marijuana light della quale è divenuto esperto, trovando anche lavoro nel campo, prestando consulenze a diversi produttori del settore. «Sono contento per il mio assistito - commenta con soddisfazione, a margine dell’udienza, l’avvocato Alessandro Falzoni -, è stata dimostrata la verità, ovvero che lui non ha mai spacciato nulla». Il giudice ha disposto il termine di 90 giorni per le motivazioni della sentenza.