Caldo, freddo e Covid, i pronto soccorso si riempiono d’estate
Cariani (Asl): «Nel Ferrarese eccessi in aumento e attenti agli sbalzi di temperatura»
Ferrara Troppo caldo e troppo freddo non fanno bene alla salute. Si potrebbe pensare che a dividerli sia lo scorrere delle stagioni, ma nei Pronto soccorso di Ferrara e provincia sanno bene che in estate a dividere il caldo estremo dal freddo che fa ammalare possono essere pochi centimetri, l’uscio di una porta. «Sì, l’afflusso nei servizi di pronto soccorso è cresciuto negli ultimi 10 giorni e l’aumento è stato sensibile: +10/15% – conferma Daniele Cariani, direttore dei tre pronto soccorso dell’Asl, Argenta, Cento e Lagosanto – Gli accessi salgono perché nel Ferrarese risiede una popolazione anche molto anziana, che presenta diverse comorbilità e con il caldo si scompensa, ma aumentano anche perché gli sbalzi di temperatura, se sono esagerati, provocano malattie da raffreddamento. E poi, anche se si tratta di un numero relativamente ridotto di casi, c’è il Covid. Nei pazienti più anziani e con patologie pregresse, i cosiddetti pazienti fragili, può portare al ricovero». Qualche episodio si è registrato in particolare nel Centese e all’ospedale del Delta.
La casistica, in buona parte, si ripete anche nei Pronto soccorso più grandi, come quello di Cona. E tra luglio e agosto, contrariamente a quanto potrebbe suggerire l’esperienza comune (le famiglie lasciano le città per recarsi in viaggio e nelle località turistiche), spesso negli ospedali locali si registrano dati di picco. «Perché a spostarsi in genere sono le famiglie e i soggetti che sono in grado di farlo e ne hanno la possibilità. Gli anziani, le persone ammalate o con patologie croniche restano a casa e rappresentano una buona quota di chi utilizza i servizi di emergenza», precisa Cariani .
I dati di affluenza tendono ad allungare le attese: «Qualche effetto in questo senso c’è e i Cau (Centri di assistenza all’urgenza, dove si assistono i pazienti più lievi, oggi insediati in quasi tutte le Case di comunità) hanno portato qualche beneficio, piuttosto apprezzabile».
Cariani valuta che la situazione attuale sia rientrata nei valori pre-Covid sul fronte degli accessi all’emergenza sanitaria: «Forse supereremo anche i dati del 2018-2019». È chiaro che mantenere un clima moderatamente refrigerato in casa e in ufficio (in fabbrica e negli altri ambienti dove è possibile) garantisce protezione contro i colpi di calore, «ma bisogna fare attenzione – prosegue Cariani – se all’esterno ci sono 37-38°, all’interno è meglio non abbassarli a 22 o 23». Uno dei problemi che restano relativamente irrisolti è quello del personale. «Le carenze, in una disciplina come l’emergenza, si sentono più che altrove – conclude Cariani – carichi di lavoro, rischi di cause legali, in qualche caso le aggressioni hanno scoraggiato una parte dei giovani professionisti. Ma facciamo i concorsi e le sostituzioni arrivano. Sarebbe veramente importante creare le condizioni per rendere il rapporto più stabile e di lungo periodo». l
Gi.Ca.
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