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Città europea dello sport, Ferrara ci vuole provare

Stefano Ciervo
Città europea dello sport, Ferrara ci vuole provare

Il Comune ha approvato la candidatura per il 2027 «Benefici in termini economici, turistici e culturali»

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Ferrara Con la cultura non è andata bene, visto che negli ultimi cinque anni il Comune non è riuscito neanche a presentare la candidatura ad un riconoscimento, italiano ed europeo, che pure era nei programmi dell’amministrazione Fabbri. Ora Ferrara ci riprova con lo sport, che in effetti ha sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nella promozione della città, a fianco degli eventi dal vivo in particolare musicali, come dimostra anche la discreta competizione tra gli assessori per accaparrarsi una delega poi finita nel carnet di Francesco Carità. Il dado comunque è tratto e Ferrara gareggerà per il titolo di Città europea dello sport 2027, rilasciato dall’associazione Aces Europe, incaricandosi quindi di promuovere e difendere l’ampia gamma di valori socio-culturali che le stesse Ue e Unesco riconoscono a quest’associazione.

La mossa Il 23 luglio la giunta comunale, peraltro in assenza del sindaco Alan Fabbri, ha approvato appunto la candidatura, riconoscendosi «l’obiettivo di promuovere la pratica sportiva a tutti i livelli, non solo come opportunità di valorizzazione del proprio territorio, ma anche in considerazione di benefici in termini economici, turistici e culturali che ne derivano». Un tempismo invidiabile, considerato che proprio in questi giorni campeggiano in piazza Municipale i poster degli atleti ferraresi impegnati alle Olimpiadi di Parigi, preceduti peraltro dal tifo esibito dagli amministratori. Ferrara può candidarsi autorevolmente, sottolinea l’amministrazione comunale, «in considerazione della grande tradizione sportiva ferrarese, della capacità di ospitare e pianificare eventi di elevato contenuto agonistico, di promuovere lo sport a tutti i livelli, dell’importanza che tutto il territorio, con le proprie strutture e gli eventi organizzati, attribuisce allo sport, quale mezzo d’inclusione, aggregazione ed eliminazione di ogni tipo di disparità». L’eventuale titolo, sottolineano a Palazzo Municipale, «darebbe lustro alla città e diventerebbe un’importante iniziativa comunale a favore dello sport».

Che cos’è Aces Europe è un’Associazione no profit con sede a Bruxelles nata nel 1999 per promuovere lo sport tra i cittadini dell’Ue, in particolare bambini, anziani e disabili. Consegna dal 2001 il premio di European Capital of Sport, l’ultima delle quali è Napoli, di fresca esibizione. Nei successivi anni, sono nati anche i premi per i Municipi più piccoli, come European City of Sport (per Municipi sopra i 25.000 abitanti, in vigore dal 2007), European Town of Sport (per Municipi sotto i 25.000 abitanti, in vigore dal 2010) ed European Community of Sport (unione di più Municipi, in vigore dal 2014). Ferrara gareggerà appunto per il titolo di City, nel cui recente palmares sono state iscritte nel 2022 Leiria (Portogallo), nel 2021 Leuven (Belgio), nel 2020 Odivelas (Portogallo), nei due anni precedenti le altre portoghesi Portimao e Braga, mentre nel 2017 era stata Cagliari ad imporsi, e prima ancora Kosice (Slovacchia). Realtà molto variegate, come si vede, sia per dimensione che per notorietà internazionale, definite Best tra le candidature.

Come si fa La prima mossa di Ferrara sarà quindi la lettera ufficiale di candidatura, seguita dalla «predisposizione ed invio entro il 31 marzo 2025 del Dossier di candidatura», cui farà seguito la visita del Comitato di valutazione, tra l’1 aprile e il 30 settembre 2025. L’esito sarà noto il 15 ottobre 2025, con tanto di cerimonia di consegna delle Ciotole di benemerenza dello sport europeo nel salone d’onore del Coni, a Roma, e la partecipazione al Gran galà di Aces Europe per la consegna della bandiera ufficiale che si terrà nel Parlamento Europeo a Bruxelles, a metà novembre 2025, coinvolgendo i parlamentari europei del territorio. Servono 2.350 euro per l’iscrizione, già stanziati sul bilancio 2024, e altri 10mila per i diritti d’immagine, che il Comune vuole pagare attraverso sponsor.

È chiaro che nel dossier farà comodo esibire le nuove strutture in costruzione, qualche risultato organizzativo e prove di attenzione all’attività delle fasce deboli. 

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