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Il rinnovamento

Ferrara, Minarelli resta segretario del Pd

Stefano Ciervo
Ferrara, Minarelli resta segretario del Pd

Ha detto: «Dobbiamo saper coinvolgere di più»

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Ferrara Il rinnovamento del Pd dopo la batosta elettorale si ferma alle soglie della segreteria provinciale, con Nicola Minarelli che resta in sella dopo essersi rimesso il mandato l’altra sera in Direzione provinciale, e aver ottenuto invece la riconferma dall’80% dell’assise: si darà priorità ai programmi, con una conferenza specifica in preparazione per l’autunno, e alla campagna elettorale per le regionali.

Il passaggio dell’altra sera è stato tutt’altro che indolore, con uno scontro aperto e spaccature trasversali a territori ed ex mozioni, tra coloro che avrebbero voluto un congresso per tesi subito dopo le Regionali per rimettere in palio la segreteria, e chi invece si è ritrovato nelle parole di Minarelli su sconfitte certo importanti (11 comuni persi su 13) ma dovute per lo più ad una manciata di voti (poco più che 400): l’impressione è che alla fine abbia pesato molto la rinuncia a candidarsi alla Regionali specificata da Minarelli in relazione, che apre spazi in lista al partito di una parte della città, Argentano-Portuense e anche Comacchiese.

Ma ci sono anche segnali di come non si sia ancora ricomposto lo strappo della campagna elettorale di Ferrara, su Anselmo, primarie e dintorni. Otto i contrari alla relazione, nomi pesanti come quello dell’assessore regionale Paolo Calvano, i centesi Ivan Greghi e Rosa Sandoni, i ferraresi Giorgio Scalabrino Sasso, Mascia Morsucci, Vanessa Rossetti, Elia Cusinato e Marcello Mangolini mentre a favore si sono espressi tra gli altri Marcella Zappaterra, Marco Fabbri e Ilaria Baraldi; astenuti tra gli altri Paola Boldrini, Maria Dall’Acqua, Maria Italia Granata ed Enrico Segala.

Da capire ora se il partito potrà trovare un’unità reale in vista delle Regionali, dove si cercherà di strappare ancora due consiglieri, e certo l’idea di affrontarle con un segretario dimissionario può aver pure inciso.

Minarelli Intanto il segretario riconfermato può dirsi «soddisfatto che il finto unanimismo non ci sia stato e sono consapevole della responsabilità che un esito come questo comporta. Quella che è mancata a Ferrara e che invece ad Argenta ma anche a Copparo è stata una bussola reale»: un modo per distinguere per “gravità” l’esito elettorale, e quindi anche le sorti del segretario comunale Alessandro Talmelli, che ha presentato dimissioni irrevocabili, dalle sue. Tanto che «non in molte realtà» c’è stata anche «luce fioca», da collegare al fatto che «senza umiltà e senza la giusta ricerca di tutto ciò che non ha funzionato, non si può ripartire».

L’altro punto qualificante del programma di rilancio del segretario è «un progetto di sviluppo che coinvolga sicuramente il Pd - in senso ampio, considerati i numeri esigui dei tesserati rispetto a quelli ben più confortanti degli elettori - ma anche i soggetti esterni come sindacati, associazioni, mondi produttivi e soggetti strategici, e che coinvolga tutta la provincia se vogliamo che il Partito democratico torni ad essere un punto di riferimento credibile. Non un libro dei sogni ma una proposta concreta fatta di investimenti, lavoro, servizi, salute: ciò di cui i cittadini necessitano».

La discussione Già alla vigilia si era capito che il partito, nelle articolazioni territoriali che contano ancora, come appunto l’Argentano-Portuense, si stava orientando a non aprire una crisi di vertice nell’imminenza di una nuova campagna elettorale (anche per non entrare in territorio inesplorato sulla quartina di candidature), e il rischio commissariamento in caso di addio a Minarelli è stato dirimente anche per diversi “giovani leoni” della città, che il loro rinnovamento l’hanno già ottenuto. Davide Nanni in un suo post ha poi parlato di «percorso sano e sereno di rinnovamento, che parta dalle idee e non da singole persone», invitando a parlare di temi «e non delle nostre beghe interne».

Calvano aveva provato a guidare i non allineati, con la proposta di rimettere tutto in discussione dopo il voto emiliano, ottenendo in questo anche l’appoggio di parte della città, ma Minarelli è stato categorico su questo: nessun corollario, la linea è quella della relazione. E il voto finale gli ha dato ampiamente ragione, con la partecipazione inedita di delegati da remoto.  

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