Medico in pensione vuole restare. No dell’Asl, rivolta dei pazienti
Lui è di Bondeno, a San Pietro in Casale e Galliera già raccolte mille firme
Bondeno Ci professioni che spesso nei paesi vengono “istituzionalizzate” in modo particolare. È il caso del medico condotto. Questa volta nel mirino finisce l’Asl di Bologna, alle prese con la rivolta di San Pietro in Casale e Galliera, dove la decisione di mandare il pensione il medico di base, Michele Zoboli – nonostante la sua richiesta di restare – sta scatenando un putiferio con mille firme raccolte in meno di due settimane. Il dottor Zoboli, nato a Bondeno, è molto amato dai suoi pazienti e a sua volta ama i suoi pazienti, racconta il suo legale, Maurizio Ferlini. A ottobre 2023, al compimento dei 69 anni, aveva inoltrato all’azienda la richiesta di prolungare il suo incarico di altri due anni, come previsto dalla normativa».
Ma dall’Asl, dopo nove mesi di silenzio che avevano fatto sperare il medico nel silenzio-assenso (trascorsi abbondantemente i 30 giorni di prammatica per la risposta) la doccia ghiacciata: «Questa Azienda, in previsione, dunque, della sua cessazione dal servizio – risponde il 16 luglio l’Asl alla Pec di Zoboli del 26 ottobre 2023 – ha provveduto a pubblicare, tra le zone individuate come carenti di medici di assistenza primaria a ciclo di scelta relativamente all’anno 2024, anche la zona che fa riferimento all’ambito territoriale dei Comuni di San Pietro in Casale-Galliera. A seguito di tale pubblicazione, è stato, pertanto, ora individuato un medico avente diritto a coprire tale zona carente, il quale ha anche formalmente espresso la propria accettazione a ricoprire tale incarico; si comunica, pertanto – è la replica a Zoboli e ai suoi assistiti – che la Sua richiesta di trattenimento in servizio oltre la data del 29 settembre sarà eventualmente accoglibile solo per il lasso di tempo strettamente necessario affinché l’incarico per la copertura di detta zona carente non si perfezioni con l’inizio della propria attività da parte del medico».
Apriti cielo a San Pietro e Galliera. Zoboli intanto impugna subito la decisione e chiede all’Asl di tornare lesta sui suoi passi. “Ma come? – interviene l’avvocato Ferlini – questo signore ha 38 anni di esperienza nella professione medica prestata nel servizio pubblico, dal 1994 coordina il Centro di Medicina di San Pietro in Casale, primo Centro in Italia nato dall’associazione di undici medici liberi professionisti convenzionati e con sei infermieri dell’Ausl; cura con altri un bacino d’utenza di 18mila persone, chiede di restare e con la carenza di medici che c’è lo mandano a casa?». Mentre i professionisti che seguono il medico affilavano armi e pec per fermare il percorso verso la quiescenza del medico, nei due paesi i suoi pazienti si mobilitano ancora di più. E la petizione raccoglie le mille firme. Per chiedere altri due anni per Zoboli con lo stetoscopio al collo. La palla ripassa all’Asl. l
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