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Lidi, i bagnini non vanno in pausa: turni estenuanti e poco personale

Katia Romagnoli
Lidi, i bagnini non vanno in pausa: turni estenuanti e poco personale

L’allarme da Cus e Alto Adriatiko: «Non possiamo andare avanti così». Spiagge libere senza torrette: «Alla fine ci occupiamo anche di quelle»

08 agosto 2024
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Lidi Non solo imprenditori balneari in fermento per la serrata odierna, di due ore, degli ombrelloni, ma anche il mondo del salvataggio sta vivendo un momento travagliato, dovuto, principalmente all’introduzione delle pause alterne nelle postazioni. Sino allo scorso anno i bagnini osservavano due ore di pausa pranzo, mentre quest’anno ad alternanza una postazione chiude dalle 12.30 alle 13.30 e quella accanto dalle 13.30 alle 14.30. La tragedia che si è consumata il 30 luglio scorso sulla spiaggia libera del Lido Nazioni, con il decesso di un bagnante, Gian Paolo Ghiglioni, 73enne ferrarese, residente nei Paesi Bassi, rilancia, il tema della sicurezza nelle spiagge libere. «Come prevede l’ordinanza della Capitaneria di Porto – spiega Francesco Corradi, coordinatore della società Alto Adriatiko, che gestisce le postazioni di salvataggio ai lidi Estensi e Spina -, il bagnino è responsabile all’interno della propria postazione, dove ha l’obbligo di intervento. Se succede un evento avverso nella postazione del collega in pausa, non è responsabile nessuno, ma c’è comunque l’obbligo di intervenire. Da quest’anno, i bagnini che restano in servizio, con l’introduzione della pausa alterna, devono coprire uno spazio acqueo di 300 metri, a fronte dei 150 metri che sorvegliavano sino allo scorso anno». «In più – prosegue Corradi – le postazioni vicine alle spiagge libere sono, per così dire, più sensibili, perché l’ordinanza regionale non prevede l’obbligo di istituire al loro interno un presidio di salvamento a mare».

Il sistema delle pause alterne, introdotto da quest’anno in forma sperimentale è, indubbiamente, da rivedere, anche alla luce delle tante defezioni che, dall’inizio della stagione in corso si sono registrate nel settore. «Le responsabilità sono notevolmente incrementate – puntualizza Cesare Scarpa, coordinatore del Cus Salvataggio -, e molti colleghi hanno optato per le piscine. Dal 2025, inoltre, secondo le nuove regole entrate in vigore ad aprile, i minorenni non potranno più acquisire il brevetto e quindi potranno essere riassunti solo quelli che hanno frequentato il corso quest’anno. Dal prossimo anno non ci sarà un riciclo di personale. Oltre alle responsabilità più elevate per chi resta in servizio, mentre i colleghi sono in pausa – prosegue Scarpa -, occorre tener conto che in una sola ora di stacco (anziché due), non c’è il tempo materiale per spostarsi dalla postazione». I bagnini, il più delle volte restano sotto l’ombrellone rosso a consumare il pranzo. Se per un verso sarebbe auspicabile, per motivi di sicurezza, abolire la pausa pranzo, d’altro canto, a livello contrattuale, non è legalmente perseguibile la strategia di 9 ore e mezza continuative in servizio.

Sul litorale comacchiese gli assistenti ai bagnanti prestano servizio per 8 ore al giorno con uno di riposo. «È un lavoro stagionale, l’età media è di 20 anni, quasi tutti studenti e quest’anno c’è un bel gruppo di ragazze con noi – prosegue Cesare Scarpa -; sono una quindicina, molto brave e ben integrate». Nella vicina riviera veneta, da Rosolina a Chioggia sino al Lido di Venezia il problema delle pause è stato già risolto con una turnazione particolare: orario continuato dalle 9. 30 alle 19 per i titolari, senza pausa pranzo, ma con lavoro articolato su turni da 7 ore e mezza (su 5 giorni). Ci sono poi i “pausisti”, che girano, per sostituire colleghi in pausa ed infine i “turnisti”, che sostituiscono bagnini in riposo (2 giorni di riposo settimanale). I “pausisti” lavorano su sei ore e si spostano su 3 torrette ogni giorno. A Chioggia le spiagge libere sono presidiate a spese del Comune.