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Il caso

Paura per cinque scout persi nel bosco, salvi tre di Cento

Annarita Bova
Paura per cinque scout persi nel bosco, salvi tre di Cento

Tre centesi trovati dalla squadra del Soccorso alpino

07 agosto 2024
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Ferrara Hanno perso l’orientamento e dopo ore di cammino senza sapere più dove fossero, hanno chiamato il 118 e la macchina dei soccorsi si è messa così in moto. Cinque giovani scout, tra cui tre ragazzi di Cento, sono stati così soccorsi dai tecnici del Soccorso alpino e speleologico Emilia Romagna che li hanno riportati al campo. Un’avventura decisamente adrenalinica, ma tutto è finito per il meglio.

I fatti risalgono a martedì sera, quando la stazione monte Falco è intervenuta con tre squadre in località Sant’Agata Feltria (Rimini). I tecnici del Soccorso alpino e apeleologico Emilia Romagna, attivati dalla Centrale operativa del 118, hanno iniziato le ricerche alle 22 e dopo circa un’ora hanno trovato i giovani in una zona impervia. L’operazione ha richiesto un’altra ora per l’evacuazione del gruppo mentre la conclusione dell’intervento è avvenuta poco prima delle 2 di notte dopo aver riportato i giovani in salvo in una zona sicura. Il gruppo era composto da 5 16enni di cui due residenti a Bologna e tre a Cento.

Il racconto A trovare e mettere in salvo i ragazzi, Valerio Gualtieri, capostazione della Stazione Monte Falco del Soccorso Alpino. «In primo luogo voglio precisare che si tratta di perdita dell’orientamento e non di persone disperse - ha detto Gualtieri -. I ragazzi erano andati a finire in una ambiente impervio e il buio ha reso tutto molto più difficile per loro. Per fortuna hanno fatto la cosa giusta: chiamare il 118 così siamo stati allertati anche noi». Nello specifico, «il gruppo era composto da sette persone. I due che sono tornati al campo base hanno dato l’allarme e a noi indicazioni importanti. Ci siamo dunque diretti del posto in cui plausibilmente si sarebbero potuti trovare ed abbiamo sentito le voci». Qui il primo ostacolo. «Non è facile capire seguire il suono - fa presente il capostazione -, perché rimbalza, prende direzioni strane. Così ci siamo divisi, ero convinto che fossero in alto e invece li ha trovati la squadra in basso. Alla fine tutto bene ma la prudenza non è mai abbastanza». Gualtieri raccomanda di «chiamare subito i numeri di soccorso, il 118 o il 112. Amici, familiari o parenti serve a poco, se non a rallentare tutta la macchina. «Bisogna stare attenti, essere consapevoli delle proprie capacità fisiche e dei rischi effettivi che ci sono. L’Appennino è selvaggio, le distanze da un posto all’altro sono ampie, la foresta è fitta. Questo comporta che chi ha poca dimestichezza, chi non conosce i luoghi e non sa leggere le cartine, o chi prende sotto gamba un sentiero, può facilmente trovarsi in difficoltà».