Paura per cinque scout persi nel bosco, salvi tre di Cento
Tre centesi trovati dalla squadra del Soccorso alpino
Ferrara Hanno perso l’orientamento e dopo ore di cammino senza sapere più dove fossero, hanno chiamato il 118 e la macchina dei soccorsi si è messa così in moto. Cinque giovani scout, tra cui tre ragazzi di Cento, sono stati così soccorsi dai tecnici del Soccorso alpino e speleologico Emilia Romagna che li hanno riportati al campo. Un’avventura decisamente adrenalinica, ma tutto è finito per il meglio.
I fatti risalgono a martedì sera, quando la stazione monte Falco è intervenuta con tre squadre in località Sant’Agata Feltria (Rimini). I tecnici del Soccorso alpino e apeleologico Emilia Romagna, attivati dalla Centrale operativa del 118, hanno iniziato le ricerche alle 22 e dopo circa un’ora hanno trovato i giovani in una zona impervia. L’operazione ha richiesto un’altra ora per l’evacuazione del gruppo mentre la conclusione dell’intervento è avvenuta poco prima delle 2 di notte dopo aver riportato i giovani in salvo in una zona sicura. Il gruppo era composto da 5 16enni di cui due residenti a Bologna e tre a Cento.
Il racconto A trovare e mettere in salvo i ragazzi, Valerio Gualtieri, capostazione della Stazione Monte Falco del Soccorso Alpino. «In primo luogo voglio precisare che si tratta di perdita dell’orientamento e non di persone disperse - ha detto Gualtieri -. I ragazzi erano andati a finire in una ambiente impervio e il buio ha reso tutto molto più difficile per loro. Per fortuna hanno fatto la cosa giusta: chiamare il 118 così siamo stati allertati anche noi». Nello specifico, «il gruppo era composto da sette persone. I due che sono tornati al campo base hanno dato l’allarme e a noi indicazioni importanti. Ci siamo dunque diretti del posto in cui plausibilmente si sarebbero potuti trovare ed abbiamo sentito le voci». Qui il primo ostacolo. «Non è facile capire seguire il suono - fa presente il capostazione -, perché rimbalza, prende direzioni strane. Così ci siamo divisi, ero convinto che fossero in alto e invece li ha trovati la squadra in basso. Alla fine tutto bene ma la prudenza non è mai abbastanza». Gualtieri raccomanda di «chiamare subito i numeri di soccorso, il 118 o il 112. Amici, familiari o parenti serve a poco, se non a rallentare tutta la macchina. «Bisogna stare attenti, essere consapevoli delle proprie capacità fisiche e dei rischi effettivi che ci sono. L’Appennino è selvaggio, le distanze da un posto all’altro sono ampie, la foresta è fitta. Questo comporta che chi ha poca dimestichezza, chi non conosce i luoghi e non sa leggere le cartine, o chi prende sotto gamba un sentiero, può facilmente trovarsi in difficoltà».