Ferrara, busker sanzionato dalla Locale: la multa la pagano gli spettatori
La vicenda agrodolce capitata a un musicista che si esibiva in piazza
Ferrara Qualche anno fa, era la primavera del 2016, la ventilata multa da parte della Polizia locale al “pianista fuori posto”, che si era esibito sul listone senza i necessari permessi, venne seguita da una levata di scudi contro il cuore di pietra della burocrazia comunale.
Oggi quel pianista è un’ospite ricorrente e gradito della piazza, ma le disavventure per i musicisti di strada non sono esaurite. Ecco allora, a pochi giorni ormai dall’avvio di un Buskers Festival che prova a rinascere, una piccola e simbolica storia che riguarda un busker straniero, proveniente da Amburgo, multato dagli agenti, ma “soccorso” da un gruppo di giovani che gli hanno riempito il cappello di denaro per aiutarlo a mettersi in pari con le casse comunali.
A raccontarla è uno di loro, Vittorio Orlandini, 25 anni tra pochi giorni. «Camminavo, qualche minuto scoccata la mezzanotte, con un caro amico in pieno centro quando sotto il duomo ci siamo imbattuti in un musicista di strada. Chitarra sotto braccio, un minimo impianto di amplificazione fai da te e una silenziosa manciata di persone ad ascoltarlo performare la straclassica "Wonderwall" degli Oasis - racconta Orlandini su Facebook -. Il concertino era praticamente finito, giusto il tempo per noi di canticchiare i due pezzi rimasti e scambiare due parole con l'artista negli intermezzi».
Di lì a poco la storia cambia. Arriva la Polizia locale. «Noi, nell'immediato, rimaniamo in disparte e, se non fosse per il verdetto, vi assicuro che ci saremo rimasti anche volentieri: 120 euro di multa». Il ragazzo e l’amico Alessandro Casanova decidono di intervenire, fare da mediatori, far notare che è straniero, forse non conosce bene i regolamenti, come egli stesso sembra aver provato a spiegare.
Niente da fare. Ed è qui, in fin dei conti, il nocciolo della questione: «Lungi da me voler criticare nel merito del loro lavoro gli agenti - dice Orlandini -, li critico invece su un piano umano come è mio diritto farlo. Li critico nell'incapacità di dosare il loro potere discrezionale a fronte di una situazione innocente, li critico per i loro modi spacconi di chi crede di aver capito la vita davanti a due ragazzi che lottano per una battaglia che non è nemmeno la loro. Li critico nell'arroganza di sentirsi dalla parte del giusto quando, procedendo come automi, il giusto forse nemmeno lo si è capito, li critico per aver cercato, con argomentazioni discutibili (come: “su Google c'è Google traslate” oppure “dite al ragazzo di fare un ricorso da Amburgo...poi se lo vincete siete bravi”) di fare fessi due ragazzi solo perché magari più giovani e sprovveduti. Ci piacerebbe vedere questa statuaria fermezza magari anche in altre zone by night della città che, malgrado ora che sono finite le elezioni hanno di certo perso di rilevanza mediatica, di fatto offrono scene anche ben peggiori di quelle che potrebbe mai offrire un ragazzo che suona».
La multa è stata fatta, ma i due giovani e qualche altro spettatore hanno provato a “riparare” il danno con la generosità: «Abbiamo raccolto un po’ di soldi, credo più di cento euro, mettendoli dentro il cappello del cantante» ci racconta il giovane che poi su Facebook ha concluso così: «A noi due ventenni è rimasto poco materialmente da quella sera: siamo sempre in attesa, magari più squattrinati di prima. Ma l'andarsene a casa è stato sicuramente più dolce del solito: l'ingiusto poteva solo attendere l'alba... e questo v'assicuro non ha prezzo».
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