Ferrara, l'ex Diana: da dancing a discarica. I cittadini denunciano il degrado
Il noto locale di San Martino, chiuso da anni, è diventato ricettacolo di rifiuti abusivi. Il parcheggio antistante è in un pericoloso stato di incuria che sta creando problemi
San Martino «Abito a San Martino da un anno – racconta Daniela Padovani – come volontaria dell’associazione per l’ambiente Plastic Free avevo l’incarico di individuare un luogo dove organizzare una raccolta di rifiuti abbandonati con le scuole. Per caso mi sono infilata nel parcheggio accanto al supermercato Sigma, che un tempo era del Dancing Diana, di cui ora resta l’edificio abbandonato, e che oggi versa in un grande stato di incuria e abbandono. Spingendomi fino in fondo ho notato che la recinzione di protezione del retro era stata divelta e oltre la rete erano stati abbandonati diversi rifiuti ingombranti, c’è vetro dappertutto, qui non possiamo certo intervenire noi cittadini, tantomeno con i bambini, occorre che se ne facciano carico le istituzioni». Attraversando il parcheggio, che il proprietario dell’ex sala da ballo ha concesso come spazio privato ad uso pubblico, si devono evitare diverse buche che con le abbondanti piogge diventano pozze profonde, pezzi di ferro che spuntano dal cemento, un albero caduto, un cumulo di ramaglie abbandonate e alti sterpi che hanno invaso buona parte dello spazio, davanti a quella che è stata una delle maggiori attrattive serali della città. Affacciandosi nella zona retrostante, da dove si arrivava all’area di ballo esterna, si notano sacchi neri del pattume, vari detriti, sedie, secchi, anche un seggiolone da bambino. Fine ingloriosa per un luogo che ha riunito e fatto divertire per decenni migliaia di ferraresi e avventori che arrivavano da ogni parte. Dove ora ci sono ristagni d’acqua, una volta c’era pure una piscina che ha offerto refrigerio e divertimento nelle calde estati della frazione.
«Lo scorso aprile – prosegue Padovani – avevo segnalato questa situazione all’assessore Lodi, che aveva promesso di interessarsene, infatti poi è tornato a parlare con il personale del supermercato, ma da allora non è cambiato nulla. Io vorrei che quest’area fosse bonificata e resa disponibile per attività di pubblica utilità, che ci fosse un progetto per restituire questi spazi alla comunità».
«Questo posto oltre che degradato è pericoloso – aggiunge Letizia dipendente del supermercato – per noi è un problema perché le persone smettono di venire a fare la spesa se non possono parcheggiare».
«Ho segnalato tante volte la criticità della situazione a Vigili, Carabinieri, anche alla nostra casa madre Sigma. Anni fa attorno ai rifiuti abbandonati abbiamo iniziato a vedere dei topi, poi delle mosche, una situazione davvero insalubre che non ci potevamo permettere per l’attività che facciamo, così da allora facciamo la derattizzazione periodica a carico nostro – dice esasperata Lorenza Tolomelli, proprietaria del supermercato – ma nessuno ci ha mai messo mano. Inoltre non posso mettere un’illuminazione qua dietro, per rendere più sicura la zona, perché l’edificio dell’ex Diana contiguo al mio, per quanto abbandonato da anni, resta privato e non si può intervenire. Quando siamo entrati abbiamo anche asfaltato il vialetto, ma sarebbe necessaria una manutenzione permanente, di cui non ci possiamo occupare da soli. Ci avevano anche annunciato che forse c’era un potenziale acquirente interessato all’immobile, ma anche di questo non abbiamo più saputo nulla. Siamo molto sconfortati, ci sentiamo abbandonati, sembra che nessuno possa fare niente per noi». Tutto questo al centro di una delle frazioni più ambite per chi vuole uscire dalla città verso la campagna, dove si può ancora trovare una dimensione familiare dei rapporti, dove c’è un forte senso del bene comune, e dove ora cittadini e tessuto commerciale chiedono risposte. l
Stefania Andreotti
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