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Dopo la tragedia

Ferrara, sub morto dopo un’immersione. La figlia: «Mio padre amava il mare»

Davide Bonesi

	L’imbarcazione della Guardia costiera che ha portato la salma a Porto Santo Stefano e la vittima, Nazario Azzi
L’imbarcazione della Guardia costiera che ha portato la salma a Porto Santo Stefano e la vittima, Nazario Azzi

Da cinquant’anni aveva il brevetto. Aveva acquisito anche quello per volare con ultraleggeri. L’amico di sempre: «Dovevo essere là con lui. Non so cosa sia successo, ho perso un fratello»

25 agosto 2024
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Ferrara «Posso solo dirle che mio padre amava il mare e il mare di Giannutri in particolare. Aveva 72 anni e la stessa passione per il mare di quando ne aveva 20. Altro non so dirle in questo momento». A parlare è Debora Azzi, la figlia di Nazario, l’idraulico 72enne in pensione morto ieri mattina dopo un’immersione. Sì, il mare era la grande passione di Azzi, ma non era l’unica. Perché era anche socio Cai e andava spesso a sciare e poi pilotava ultraleggeri e arriva da lì una delle fotografie postate su uno dei due profili Facebook, che immortala proprio l’isola di Giannutri dove ieri ha perso la vita.

La vita

Nazario Azzi, 72 anni lo scorso maggio, era titolare della termoidraulica a suo nome con sede a Ferrara. Era un idraulico conosciuto e apprezzato, Da sempre però aveva mostrato di avere un grande amore per il mare e l’attività subacquea, iniziata quando era appena ventenne. Aveva preso il brevetto in giovane età, si parla di circa mezzo secolo fa e aveva sempre portato avanti questa sua passione, trovando nell’Argentario e in particolare proprio nell’isola di Giannutri la sua seconda casa, il posto dove andava a fare immersioni con la sua barca. Un amore tale per questo posto che vi aveva comprato anche una casa, dove andava appena poteva, più di frequente da quando era in pensione. Purtroppo, un paio di mesi fa Azzi aveva perso la moglie Patrizia, ma gli amici di sempre gli erano stati vicini e pronti ad affiancarlo nella sua voglia di mare. Fra questi uno degli amici più legati a lui è Vito Vavalle, istruttore Ssi (Scuba schools international) alla Canottieri, che spesso anche come istruttore ha potuto contare sull’esperienza di Azzi. «Lo conoscevo da cinquant’anni - ci dice Vavalle -, io figlio di un sommozzatore professionista iniziai che ero un bambino con il Gruppo subacqueo di Ferrara e già allora con me c’era Nazario e poi siamo venuti insieme alla Canottieri. Siamo sempre stati insieme in tutti questi anni e solo per un puro caso in questi giorni non ero là con lui, perché da sempre l’Argentario è stata la nostra base e io, che lì ho già avuto una casa, una volta in pensione mi ci trasferirò per vivere».Vavalle ha saputo subito della tragedia: «Nazario era là con un amico in comune, è stato quest’ultimo ad avvisarmi e nel frattempo ho già sentito la figlia Debora, che conosco benissimo. Con Nazario ho perso un fratello, davvero, non so proprio spiegarmi cosa sia successo, lui era un sub esperto e molto attento».

Peraltro Azzi e Vavalle condividevano anche la passione per la montagna, mentre l’idraulico in pensione aveva aggiunto alla barca anche un ultraleggero, con il quale volava anche sull’amato Argentario.«Nazario lo conoscevo bene - ci dice un altro sub ferrarese -, ci conosciamo da tempo e in passato ci siamo incrociati molte volte per le immersioni. Era un sub esperto, ultimamente non lo avevo visto. Sono veramente dispiaciuto di questa notizia». L’ex idraulico lascia la figlia Debora e il genero. Anche la figlia ha ottenuto il brevetto da sub, seguendo per qualche tempo il padre nelle immersioni. Oggi dovrà raggiungere l’Argentario per sbrigare le formalità necessarie, mentre agli amici della Canottieri spetterà probabilmente il compito di andare recuperare la barca.