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Ferrara Buskers Festival, appuntamento al 2025. Gli spettatori: «Ma si torni in centro»

Veronica Capucci
Ferrara Buskers Festival, appuntamento al 2025. Gli spettatori: «Ma si torni in centro»

Il biglietto non convince ma è la location che incassa le critiche dei paganti

26 agosto 2024
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Ferrara Dal punto di vista della location una debacle, mentre sul biglietto il pubblico è anche disponibile a spendere ma aspettandosi qualcosa in cambio. La voce unanime però è che il ritorno all’anno prossimo è garantito se questa formula cambia, in particolare se si torna in centro e nelle piazze, se rimane così il ritorno invece non ci sarà. È quanto emerso ascoltando le voci di persone che ieri pomeriggio hanno salutato gli artisti di strada di un’edizione alquanto discussa. Uno dei punti dolenti è l’ambientazione, il Quadrivio degli Angeli non ha soddisfatto perché gli spettacoli sono considerati molto dispersivi e soprattutto, pochi. Altra considerazione importante riguarda l’inclusività: la strada di Corso Ercole d’Este è acciottolata e rende difficoltoso il passaggio per chi è costretto sulla sedia a rotelle.

Ieri c’era poca gente e si poteva girare sul marciapiedi, ma una signora, Marina con il figlio disabile sulla sedia a rotelle ha raccontato le sue difficoltà. «Ci hanno fatto venire in questa via che è molto difficoltosa per noi, mentre prima la evitavamo proprio a causa dei ciottoli; poi ci avevano detto che l’ingresso era al Quadrivio degli Angeli invece non è vero e abbiamo dovuto fare un lungo percorso per entrare da via Guarini». Anche sulla manifestazione Marina è perplessa: «I gruppi sono pochi, ora andiamo al Parco, ma tenendo conto anche che abbiamo pagato mi sembra ridotta la cosa. Davide (il figlio) ci teneva a venire perché siamo sempre andati al Buskers Festival, ma ci sono pochi gruppi, poca gente, molto scomodo. Spero che cambino perché così non torniamo». Sul costo del biglietto Marina è disposta a chiudere un occhio: "se fosse stato uno spettacolo in centro grande come gli altri anni non avrei avuto niente da dire, capisco i costi, ma quello unito a uno spettacolo ridotto non va bene».

Lisa e Guglielmo sono di Padova, e sono già venuti al Festival. «Ci piaceva di più quando si svolgeva in centro, ora lo troviamo troppo dispersivo. Il biglietto ci può stare, lo spettacolo offre diverse opportunità. Era più bello prima». Riccardo e Valentina sono di Ferrara e giudicano limitante il fatto che la kermesse si svolga al Quadrivio. «Aver chiuso qui la manifestazione è un po’ limitante però se è stato fatto ci saranno dei motivi concreti. Il biglietto può avere un senso come non averlo, dipende da come questi soldi vengono poi usati. Sicuramente è limitante per gli artisti perché le persone sono meno disposte a elargire un’offerta. È logico che se pago mi aspetto un servizio mentre non mi aspetto di entrare e mi vengano sequestrate le bottigliette d’acqua». Giulia è in corso Ercole d’Este quando la intervistiamo: «L’ultima volta a Ferrara era sei-sette anni fa ed era in centro. Ora mi sembra più dispersivo, a me piaceva di più in piazza, però gli artisti sono bravi. Il biglietto ci può stare». Matilde e Guglielmo sono di Reggio Emilia, e dissentono dalla scelta del biglietto. «Bello il Festival, ma ci è dispiaciuto pagare, pensavamo fosse gratuito». Alessandra e Valerio sono invece di Ferrara: «Preferivamo prima, il vantaggio è che si vedono bene gli artisti. Il biglietto limita però il loro cappello, abbiamo speso 16 euro per entrare quindi ne ho un po’ di meno per i buskers». Arianna e Loretta sono di Bologna e sono nette: «L’anno prossimo torniamo se il Festival torna come prima, in centro e senza biglietto. Questa edizione ci ha molto deluse. Con il biglietto ti aspetti qualcosa che invece non hai, rispetto agli altri anni è tutta un’altra cosa, c’era più gente, gli artisti andavano cercati tra le stradine. Bocciato, in più abbiamo speso 11 euro. Se rimarrà così non torniamo». Anche Stefano è di Bologna: «Preferivo come ai vecchi tempi quando era in centro, poi capisco che magari potesse dare noia ai commercianti. Peccato perché venivo tutti gli anni, ma non sono tanto contento».