Ruina, il calcio piange “Veleno” Pavani
Ala destra, poi allenatore dei ragazzini. E anni maschera allo Sky Lab
Ruina È stato un grande calciatore, poi uno stimato allenatore, da sempre un marito e poi padre di famiglia, di professione maschera in una delle discoteche più famose della nostra provincia, lo Sky Lab di Tamara. Lui era Andrea Pavani, per tutti "Veleno", morto sabato dopo lunga malattia all’età di 72 anni. Ecco, partiamo dal soprannome, nato sui campi di calcio, perché era tignoso, non si arrendeva, ma nella vita era tutt’altra persona, sempre disponibile e pronto ad aiutare chi ne aveva bisogno. Prima ancora di parlare con il figlio Claudio, a sua volta calciatore e oggi tecnico, ecco alcuni bellissimi messaggi di conoscenti: "Nei ricordi di tutti coloro che frequentavano le famose Cupole o Sky Lab di Tamara Andrea faceva parte del personale di sicurezza. Bonariamente soprannominato "Veleno", lo ricordo perfettamente vestito in giacca e cravatta e con il dj di turno faceva sempre segno con la mano, abbassa il volume. Poi, come allenatore, Giovane Italia Polesella con i suoi urli di incitamento ai nostri ragazzi che a fine partita abbracciava uno per uno come fossero tutti suoi figli. Grazie mister, grandissima persona, leale e onesta, non ti dimenticherò mai". O, ancora: "Ciao mister, grazie per tutti gli insegnamenti che mi hai dato nel nostro percorso calcistico fatto per tanti anni insieme"; "Sei stato un secondo papà, severo ma giusto...riposa in pace"; "Fa buon viaggio mister e grazie per avere insegnato la lealtà nel calcio a mio figlio. Sarai sempre una gran bella persona".
«Gli aneddoti su papà sono tanti - dice Claudio - dal nomignolo frutto del suo grande agonismo in campo, ma fuori penso abbia trasmesso a tutti i suoi valori, non solo a noi familiari. Aveva un grande senso della giustizia e della lealtà, aiutava il prossimo e si schierava dalla parte del più debole, era un po’ scomodo per qualcuno. Era anche un grande nonno, si era dedicato totalmente ai nipoti, i miei figli e quelli di mia sorella. Poi, io e mia sorella vogliamo ringraziare mamma, da quando papà è stato colpito dalla malattia gli è sempre stata vicino, papà è morto sereno grazie all’aiuto di mia mamma». A Claudio il compito di raccontare la carriera di papà nel calcio: «Ho avuto la fortuna a inizio malattia di incontrare tifosi di Adria che vennero con un suo ex compagno di squadra, raccontarono cose bellissime, non raccontabili... mi ha fatto un grande piacere. È partito ragazzino da Ruina, era ala destra, fu visto da tante squadre, alla fine andò ad Adria dove rimase 7-8 stagioni, vincendo subito la Promozione poi tanti anni in quarta serie, campionati al vertice e sfiorato la promozione in serie C. Divenne subito titolare ad Adria, era magro, veloce, giocatore di grande nerbo e forza fisica, anche dopo il calcio, fino a un paio d’anni fa era ancora fortissimo».
Dopo anni in giro da calciatore, da allenatore Pavani è rimasto sempre in zona, lasciando in grandi una ventina d’anni fa: «Ha trovato grande piacere negli ultimi anni nel settore giovanile. Mi sono arrivati decine di messaggi di ringraziamento e stima di ragazzi che sono stati con lui».Pavani oltre a moglie, figli e nuora lascia gli amati nipoti Martina, Federica, Matteo e Camilla. Il funerale è domani alle 16 nella chiesa di Ruina.