Comacchio, altre quattro truffe ai danni di anziani
La testimonianza del 73enne che è stato raggirato dal presunto comandante dei carabinieri. Coinvolta anche la moglie, a cui i truffatori hanno chiesto oro e denaro
Comacchio Ancora due truffe messe a segno, a Comacchio e a Lagosanto, e due tentativi andati in fumo, il primo a Porto Garibaldi e il secondo a Lido Estensi. Nel giro di pochi giorni si registrano nuovi fastidiosissimi raggiri perpetrati da soggetti senza scrupoli ai danni di anziani, con il ricorso ad una tecnica, quella del finto incidente stradale occorso a un figlio o a un nipote, attorno alla quale i carabinieri sono, da tempo, impegnati in attività di prevenzione e sensibilizzazione della popolazione. A raccontare uno degli ultimi drammatici episodi, che si sono verificati nel territorio, nei giorni scorsi è Salvatore De Vita, ex bidello in pensione che, con il suo racconto, spera di essere d’aiuto a tante altre potenziali prede dei truffatori.
La testimonianza «Erano le 13.45 del 6 agosto scorso, quando ha squillato il telefono di casa – ricorda il 73enne di Porto Garibaldi, dove vive con la moglie –. Un uomo si è presentato qualificandosi come comandante della stazione carabinieri di Comacchio con un cognome che avevo già sentito. Mio figlio era in Toscana e mia figlia era uscita 10 minuti prima con i miei nipotini. Con voce ferma mi ha chiesto di raggiungere al più presto la caserma dei carabinieri di Comacchio, lasciando il recapito di cellulare, perché mi avrebbero dovuto comunicare una notizia che al telefono non avrebbero potuto riferirmi. Sono poi stato contattato al cellulare e con quello sono rimasto in contatto con il presunto comandante dei carabinieri fino a quando non mi sono presentato davanti alla sbarra di ingresso della caserma di Comacchio. In un quarto d’ora ho perso 10 anni della mia vita». In quel preciso istante, dopo che un carabiniere gli ha chiesto le ragioni della visita, Salvatore De Vita realizza di essere stato raggirato. L’ex bidello scopre che non era il solo ad aver ricevuto la telefonata truffaldina. Intanto, invitato dal carabiniere a restare al telefono con il malvivente, nella speranza di poterlo intercettare, l’ex bidello viene colto dal terribile sospetto che la moglie, di 72 anni, rimasta a casa sola, possa trovarsi in pericolo. Attraverso un secondo cellulare che, fortunatamente aveva in tasca, l’uomo prova a contattare invano la moglie e i figli, ma evidentemente il malvivente e i suoi complici stavano tenendo occupata al telefono tutta la famiglia De Vita.
«Non riuscivamo a comunicare tra di noi, mentre il truffatore continuava a chiamarmi da numero privato – prosegue, nel suo racconto De Vita – ; a quel punto, sempre con il secondo cellulare ho chiamato una vicina di casa, perché corresse a informare mia moglie e perché facesse chiudere anche porte e cancelli». Nel frattempo, anche una pattuglia dei carabinieri si precipita a casa De Vita, per rassicurare l’anziana. «A mia moglie avevano raccontato che mio figlio fosse rimasto coinvolto in un incidente stradale, dove una ragazza di 28 anni era rimasta gravemente ferita – prosegue l’ex bidello – e che avrebbe dovuto essere operata in fretta. Per bloccare eventuali denunce occorrevano ottomila euro in contanti e in assenza di denaro in casa, occorreva subito portare oro, infilarlo in una busta e inserirlo nella cassetta della posta della stazione carabinieri di Porto Garibaldi». Benché la donna avesse risposto che avrebbe preso una decisione di comune accordo con il marito, il truffatore si era pure spinto a rispondere che questi non avrebbe fatto rientro nel breve, perché aveva accusato un malore nella caserma di Comacchio. I truffatori erano riusciti, con l’inganno, a recuperare i recapiti telefonici di tutta la famiglia De Vita.
Ieri, quando l’ex bidello è stato realmente convocato in caserma per il disbrigo di pratiche della salma di Massimo Luciani, per conto dell’anziano padre Carlo della guardia giurata centese, colta da malore fulminante la scorsa settimana, ha temuto che si trattasse di una nuova truffa. «Mi scuso con il comandante dei carabinieri – conclude l’anziano – perché ho risposto in malo modo, però ero davvero rimasto scottato dalla telefonata del vero truffatore».