Schianto mortale a Codigoro, tredici indagati
Per la morte di Baruffaldi accertamenti sui soccorsi e la segnaletica stradale. Avviso di garanzia ad alcuni tecnici della Provincia e addetti del 118 arrivati in strada
Codigoro Tredici persone sono state indagate, in qualità di dirigenti o responsabili della Provincia di Ferrara e in qualità di personale sanitario, per la morte di Giancarlo Baruffaldi, 49 anni, deceduto dopo un incidente stradale sulla provinciale 54, la via che da Codigoro porta a Volano. Il pubblico ministero Andrea Maggioni ha disposto la consulenza cinematica, per arrivare a fare luce sulla dinamica dell’incidente e si procederà anche con l’autopsia sul corpo di Baruffaldi.
L’incidente
Doveva essere una spensierata domenica al mare, quella del 26 agosto scorso, ma si è trasformata in un dramma per una famiglia residente di Santa Maria Maddalena. Il padre, Giancarlo Baruffaldi, titolare di una ditta di termoidraulica con sede a Ferrara, 49 anni compiuti lo scorso marzo, ha perso la vita; la moglie Vania, 45 anni, è rimasta ferita; così come le due figlie della coppia, di 14 e 17 anni, le cui condizioni sono apparse gravi anche se per fortuna le ragazze non sono mai state in pericolo di vita. Erano da poco passate le 11 quando nella Bmw guidata da Baruffaldi, genitori e figlie stavano percorrendo la Sp 54, che unisce Codigoro a Volano e da qui prosegue verso i Lidi. D’un tratto, poco dopo l’uscita da una curva verso sinistra, l’auto è sbandata e volata fuori strada dal lato opposto, fermando la propria corsa nel fossato che corre parallelo alla carreggiata. Sul posto sono stati chiamati subito i soccorsi ed è arrivata anche una pattuglia della Polizia stradale di Codigoro oltre che i vigili del fuoco.
Baruffaldi è uscito da solo dall’auto mentre hanno preoccupato moltissimo le condizioni di una delle ragazze, portata con un codice di massima urgenza all’ospedale Bufalini di Cesena. Le condizioni del 49enne hanno iniziato a peggiorare dopo lo schianto e l’uomo è morto circa due ore dopo proprio sulla provinciale. Ed è da questo preciso punto che sono partite le indagini: perché è morto Giancarlo Baruffaldi? I soccorsi sono stati tempestivi? È stato sottoposto a tutti i controlli del caso visto il tempo passato da quando l’uomo è uscito dall’auto a quando si è poi accasciato e il suo cuore ha smesso di battere? L’autopsia darà certamente delle risposte in questo senso. Intanto, la famiglia ha nominato come legale l’avvocato Denis Lovison e vuole arrivare fino in fondo a questa vicenda.
Dirigenti e sanitari
La strada 54 è di proprietà della Provincia di Ferrara e il pm Maggioni ha rilevato la necessità di procedere con una serie di accertamenti tecnici. Per prima cosa bisognerà accertare a che velocità viaggiava il mezzo, considerato che in quel tratto il limite è di 50 chilometri all’ora. Ma anche se le due curve sono ben segnalate. E qui il primo dubbio. Guardando anche le foto scattate il giorno dell’incidente, è ben visibile la segnaletica circa la prima curva ma qualcosa sembra non quadrare invece sulla seconda. Stabilire dunque per prima cosa la dinamica del sinistro, tenendo anche conto del manto stradale, dell’eventuale presenza di buche e della visibilità. Capire insomma se l’uomo avrebbe potuto o meno evitare l’incidente e quanto sullo stesso abbiano influito le condizioni della provinciale così come la segnaletica. Per questo verranno ascoltati tecnici e dirigenti della Provincia, ma anche le forze dell’ordine. Indagati anche i dieci sanitari che sono intervenuti quel giorno. Sul posto sono arrivate ambulanze, automedica e l’elicottero e su quest’ultimo è stata caricata la figlia di 14 anni. Mentre le sue condizioni sono fortunatamente migliorate già nel primo pomeriggio, attorno alle 13 (e quindi circa due ore dopo lo schianto) Baruffaldi è crollato per terra e per lui non c’è stato nulla da fare. Una morte che si sarebbe potuta evitare? È su questo che la famiglia chiede di fare luce.