A Traghetto passerella ciclopedonale chiusa da nove anni
L’attraversamento sul Reno sarebbe utile al turismo ma la riapertura resta un miraggio
Traghetto Tutti la chiamano la passerella del Morgone. È il ponte ciclopedonale che unisce i due argini del Reno tra i territori comunali di Argenta e Molinella. Il professor Stefano Trentini la definì «una spettacolare opera di ingegneria e design. La sua geometria è perfetta, incredibilmente speculare, sviluppata in una grandissima dimensione». Ecco, questa passerella dal 2015 è chiusa e l’ingresso da ambo i lati è impedito dalla saldatura di una griglia in ferro. Ma cosa impedisce la riapertura? «L’ho fatta chiudere io e se ben ricordo era il 2015 – ricorda Dario Mantovani, ex sindaco di Molinella –. Facemmo fare una perizia e di fronte a questioni di sicurezza non ci pensai due volte: la chiudemmo in accordo con il comune di Argenta. C’era un problema relativo alle folate di vento trasversali e la manutenzione per le casse comunali non era possibile. Il governo Draghi mise dei finanziamenti per i ponti ma non ci riuscimmo. Il tema non è cosa fare, il problema è come farlo. Non sono un tecnico – prosegue Mantovani – ma ricordo che dissero che se deve essere sollevata da due gru e rimessa in sicurezza ha un costo, mentre farlo così dov’è ora ne ha un altro. Però sono sempre cifre importanti».
Nel settembre 2018 le giunte comunali di Argenta e Molinella si misero d’accordo per riaprirla candidando una coprogettazione ad un finanziamento della Regione in tema ciclovie e mobilità sostenibile. Al centro di questo progetto che collegava il percorso Primaro al territorio bolognese, c’era proprio la passerella del Morgone. Tuttavia di quel piano non si seppe più nulla. «Allora economicamente non fu possibile – conclude l’ex sindaco di Molinella – però, in nove anni, la tecnologia ha sicuramente fatto passi da gigante e mi chiedo: ci sono realtà imprenditoriali in grado di rimettere in sicurezza la passerella così com’è oggi senza smontarla e a che costi?».
Una risposta sarebbe gradita, anche ai cicloturisti che proverebbero «una emozione vibrante a trovarsi a camminare sulla griglia di ferro: c’era un effetto trasparenza come camminare nel vuoto», scrisse nel 2018 Stefano Trentini.