Pontelagoscuro nel mirino dei vandali, residenti preoccupati
I cittadini: «La situazione è preoccupante, prima non era così». Microcriminali a piede libero: «Sono ragazzi, vanno educati»
Pontelagoscuro Cassonetti a fuoco, ruote delle auto squarciate, vetri del centro sociale rotti. E poi ancora danneggiamenti alle panchine e agli arredi delle aree verdi pubbliche, furti di materiale sportivo, fino alle vetture bruciate nella notte tra venerdì e sabato. Pontelagoscuro pare essere assediata da episodi di vandalismo e microcriminalità che si ripetono quasi quotidianamente da cinque, sei mesi a questa parte. Danni e deterioramenti non sono le uniche conseguenze dell’azione dei malviventi e questi fatti generano un problema di sicurezza, provocando nei cittadini uno stato di inquietudine che molto si avvicina al timore.«Se accadono questi episodi le persone non sono molto tranquille» conferma Mascia Morsucci.
«Indubbiamente la situazione è preoccupante - aggiunge Giovanni Pecorari - perché è in costante incremento da un po’ di anni, ma nell’ultimo periodo in particolare». «Non siamo più liberi di lasciare la macchina fuori di notte - afferma Paolo Veronesi - perché c’è il rischio di trovarla danneggiata come è successo negli ultimi mesi. Ci sono poi persone che non riescono più a riparare l’auto e questo diventa un ulteriore danno oltre alle ruote squarciate», ma soprattutto «vivi in costante stato di ansia: ad esempio mia moglie va al lavoro alle 5 di mattina e se sente un rumore quando esce di casa mi sveglia subito per avere una sicurezza in più e scongiurare qualsiasi tipo di rischio».Il pericolo viene percepito e tanto vale adottare precauzioni il prima possibile: «Purtroppo ultimamente siamo messi male - ammette Rosetta Coratti -. Abbiamo chiesto un preventivo per la porta blindata e cambiato gli scuri delle finestre perché non ci sentiamo più sicuri. Abbiamo anche installato una telecamera: prima non era così e si usciva di casa con maggiore tranquillità». Valutando comunque la situazione problematica, Michele Angelini sostiene che le cose «non sono cambiate poi così tanto: quando ero adolescente questi episodi c’erano già, quindi sono ciclici».I responsabili non sempre vengono rintracciati, ma in diverse occasioni le telecamere hanno colto in flagrante i microcriminali. Nel caso delle ruote delle auto lacerate, ad esempio, le prove video hanno permesso che le forze dell’ordine risalissero a giovanissimi residenti di Ponte, «magari nipoti di persone che hanno sempre vissuto qui» illustra Tiziano Pilastrini, che aggiunge: «Per come stanno le cose, mi meraviglia il fatto che si dia la colpa allo spostamento di persone dalla zona Gad».
Ragazzi, giovani, adolescenti: questi sono i vandali dell’ultimo periodo e a questo punto si aprono le riflessioni. «Bisognerebbe indagare e capire il motivo per cui agiscono in questo modo - si domanda Morsucci -, magari non vedono alcuna opportunità, fermo restando che il disagio di certe fasce d’età è chiarissimo: parliamo in particolare di quei ragazzi che hanno vissuto l’adolescenza costretti in casa col Covid e adesso si approcciano al mondo. L’emergenza è evidente e inoltre si percepisce un arretramento dei servizi».«Ai ragazzini viene a mancare il senso del vivere, l’umanità e gran parte è dovuto all’utilizzo non regolamentato dei cellulari, così vogliono replicare ogni gesto - espone Pilastrini -: sarebbe utile un po’ di educazione civica». È la comunità che spesso funge da primo presidio contro vandalismo e microcriminalità. «Come presidente della Pro Loco faccio il possibile affinché ci sia un rafforzamento della comunità - spiega Pecorari - ma si percepisce uno sfilacciamento del controllo sociale dovuto all’assenza di un radicamento forte sul territorio da parte delle persone. Dà fastidio che succeda proprio a Ponte, nonostante poi ci sia un presidio come la caserma dei carabinieri. Un problema sorge anche dal fatto che chi viene arrestato poi il giorno dopo si trova subito a piede libero». «Una collaborazione tra forze dell’ordine e cittadini potrebbe risultare utile per frenare questi episodi - suggerisce Angelini - ma anche l’educazione, siccome si parla di giovani, svolge un ruolo imprescindibile».