Ferrara, Garuti il pragmatico in Provincia: «Nel solco buono, con accelerate»
Il presidente in pectore, primo non di centrosinistra, ha la sua idea di continuità. «Collaborazione istituzionale? Vedremo in pratica, argomento per argomento»
Ferrara Il 29 settembre sarà presidente della Provincia, il primo non di centrosinistra della storia di Ferrara, e dopo una vita amministrativa passata al Comune di Poggio Renatico sarà come finire davvero sotto i riflettori. «Sono schivo di natura, vorrà dire che chiederò consiglio ad un armocromista...» è la battuta che spiega bene lo spirito con il quale Daniele Garuti, 62 anni, ex Polizia di Stato, al quarto mandato da sindaco poggese (il primo nel 1999-2004, gli altri tre consecutivi), si appresta appunto a sedersi come unico candidato sulla poltrona più alta del Castello. Anzi, starà a lui decidere dove avverrà l’insediamento, visto che gli uffici presidenziali sono gli unici assieme alla segreteria a rimanere ma solo fino alle elezioni nella sede storica, dopo il trasloco di tutti gli altri dipendenti in corso Isonzo.
Profilo e impostazione
Garuti è il candidato presidente di Terre Estensi, lista di FdI, Lega, Forza Italia e civici, ed è stato sempre sostenuto dal centrodestra nelle sue campagne elettorali, ma si presenta con una storia civica lunga e solida, «sono civico dal 1994, dalla mia prima esperienza amministrativa, la mia idea di gestione della cosa pubblica passa da sempre attraverso la collaborazione con il volontariato ed il sociale, dove mi sono impegnato». Anche per questo il presidente in pectore sembra disposto a cogliere i segnali di apertura, che ieri sono diventati espliciti (vedi articolo a fianco), da parte del Pd. «Collaborazione istituzionale? Vediamo all’atto pratico come si potrà declinare, argomento per argomento si andrà alla ricerca dell’unità d’intenti. In linea generale - è la sua sottolineatura - si può certo dire che Ferrara non è tra le "predilette" della Regione, non siamo nemmeno sulla Via Emilia: sarebbe certo importante impegnarsi tutti per portare a casa i risultati in favore del territorio». E qualche prova di collaborazione l’ha certamente sperimentata anche nella consigliatura in fase conclusiva, da membro dell’Assemblea dei sindaci.
Il caso Castello
Una delle prime decisioni che dovrà prendere il nuovo presidente sarà relativo al cantiere post-sisma del Castello, che ha rischiato di non partire nemmeno per il taglio dei finanziamenti statali sul trasferimento della Pinacoteca, poi sostituiti da fondi di Regione e della stessa Provincia: c’è da definire appunto il via libera per la maxi-gara europea, con copertura finanziaria e cronoprogramma, e valutare gli spiragli per evitare la chiusura per più anni del percorso turistico del principale monumento cittadino. «A Poggio siamo usciti dal cratere sisma perché siamo riusciti a fare tutti gli appalti programmati, e ci siamo impegnati nella sistemazione del Castello Lambertini, che non è l’Estense ma aveva subito danni pesanti. Quindi un po’ di esperienza su questi cantieri l’abbiamo - è la sottolineatura di Garuti - È fondamentale il rapporto stretto con la Soprintendenza, ma certo in questo tipo di gare europee prevalgono il ruolo e le scelte dei tecnici, i margini di manovra sono di solito piuttosto stretti». Difficile insomma immaginarsi stravolgimenti dell’impostazione presa dall’amministrazione uscente, semmai ci si può attendere condivisione.
Rapporti e programmi
Questo anche per il fatto che i rapporti con Gianni Michele Padovani, presidente fino al 29 settembre, «sono molto buoni anche dal punto di vista personale, gli chiedo collaborazione per effettuare il passaggio di consegne, e non ci saranno problemi da questo punto di vista, conoscendo Padovani» è la sottolineatura del sindaco di Poggio, "collega" di lungo corso dell’ex primo cittadino di Mesola. Garuti è peraltro deciso a trasferire il suo metodo di lavoro basato sul pragmatismo in amministrazione provinciale, «non avremo problemi a proseguire nel solco buono, quando questo c’è già su determinati progetti e settori, con rinnovato slancio; e se c’è bisogno di dare un’accelerata, ci metteremo d’impegno. E questo vale naturalmente per strade, scuole e ogni altro ambito d’intervento».
La sede
Insediamento a parte, ad ospitare Garuti con il suo staff di segreteria sarà comunque il nuovo ufficio di corso Isonzo (nell’ex sede dell’assessorato all’Ambiente), già pronto dopo i lavori di ristrutturazione. Lì si trasferiranno dopo le elezioni anche gli ultimi amministrativi rimasti in Castello dopo il trasloco dell’estate, segreteria, ufficio di presidenza e ufficio legale, una decina di persone in tutto. E sarà quella la sede definitiva.