Fox Bompani di Ostellato, ripresa della produzione in gioco
Fiato sospeso in attesa del via libera al concordato preventivo
Ostellato Evitare il fallimento, garantire la sostenibilità economica dell’impresa, soddisfare (per quanto possibile) i creditori. Sono gli obiettivi del concordato preventivo a cui è stata ammessa in giugno dal Tribunale di Ferrara la Fox Bompani. Una procedura che proprio nei prossimi giorni vivrà una fase decisiva.
Dal 16 al 18 settembre ad esprimersi sulla proposta di composizione della crisi, sostenuta finanziariamente dalle banche, saranno appunto i creditori dell’azienda produttrice di elettrodomestici (in particolare cucine a gas) nello stabilimento di Ostellato. In attesa di notizie, ci sono anche i dipendenti: un’ottantina, più che dimezzati nell’arco di dieci anni e dall’inizio del 2023 garantiti dagli ammortizzatori sociali. È chiaro che il via libera all’omologa del concordato, rappresenta un passo indispensabile per la ripresa delle lavorazioni, nella migliore delle ipotesi già entro fine anno, sulla base di un piano industriale che tende anche al mantenimento dell’occupazione.
Il commissario giudiziale Enrico Baraldi nella sua relazione definitiva definisce il piano concordatario “fondato su presupposti che paiono allo stato poterne consentire la fattibilità”. Serve però l’accettazione da parte dei creditori, a cui riconoscere un trattamento non peggiore rispetto a quello eventuale in caso di liquidazione giudiziale. La transazione contributiva e fiscale contempla pagamenti in loro favore complessivamente pari a circa 9 milioni e mezzo di euro, dei quali 3,8 milioni a copertura delle spese prededucibili e dei crediti privilegiati, e gli altri 5,7 milioni per i creditori degradati e chirografari (divisi in dieci classi, con percentuali di copertura di quanto vantato da 52,5% a zero). Tra i titolari dei diritti di credito ci sono ditte fornitrici ma anche pubbliche amministrazioni, come la Regione Emilia Romagna, con circa 920mila euro di credito quantificato, e il Comune di Ostellato, con 725mila euro di mancati pagamenti Imu dal 2018 al 2023: la giunta ha deciso di votare sì alla proposta di concordato, accontentandosi di incassarne 282mila, vale a dire il 40,05%.
A fianco di questo versante come detto decisivo, si prevede un piano industriale di cinque anni. Tra le misure: l’esternalizzazione di alcune fasi della produzione e cessione degli stampi non più utilizzati nel processo produttivo, per ottimizzare i costi fissi e beneficiare così di costi variabili; la selezione di clienti e mercati a più elevata marginalità, con focus quindi sul Medio Oriente; il lancio sul mercato nel 2025 della prima cucina a gas ad uso domestico con controllo elettronico della fiamma del forno. Ma anche l’impegno di vendita del complesso immobiliare di proprietà della società non più strettamente necessario per l’attività produttiva, qualora i flussi di cassa risultassero inferiori rispetto a quanto previsto dal piano.
Insomma, tutto deve incastrarsi a puntino se si vuole che la Fox Bompani abbia ancora un futuro. Dopo le lotte degli anni scorsi, i dipendenti ci sperano. Già nel 2021 il vertice aziendale individuò il fondo di salvaguardia di Invitalia come investitore, ma poi l’operazione non si completò e l’aumento di capitale fu sottoscritto solo dal proprietario e amministratore unico Enrico Vento. Dopodiché si è percorsa la strada del concordato preventivo. Ora dita incrociate.