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Ferrara, seconda rapina: «Le forbici mi servivano per la bici», ma la scusa non regge

Alessandra Mura
Ferrara, seconda rapina: «Le forbici mi servivano per la bici», ma la scusa non regge

Due tentate rapine in pochi giorni, prima a Cona e poi in zona Gad per un uomo di 42 anni che questa volta rimane in carcere

16 settembre 2024
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Ferrara Resta in carcere, questa volta, il 42enne che venerdì pomeriggio aveva minacciato i clienti e i titolari di un negozio di parrucchieri di piazzale Castellina prima con un paio di forbici e poi con i cocci di una bottiglia che lui stesso aveva infranto. Pochi giorni prima aveva invece maneggiato un bastone per indurre una signora, nel parcheggio di Cona, a consegnargli cento euro, per poi spaccarle il lunotto dell’auto. Dopo il primo arresto l’uomo, un cittadino nigeriano, era stato rimesso in libertà con foglio di via obbligatorio. Ieri invece, a fronte della condotta reiterata, il giudice ha stabilito la custodia cautelare in carcere.

L’arrestato, assistito dall’avvocato Raffaele Verrigni, in udienza si è difeso sostenendo la sua versione dei fatti. Le forbici, ha detto, le aveva prese dal negozio per rompere il lucchetto della bicicletta dato che, dopo il primo rilascio dal carcere, gli erano stati restituiti gli effetti personali ma non le chiavi della bici. Un mezzo, ha spiegato ancora, che gli è necessario per muoversi a causa dei disturbi alle gambe per i quali, giorni prima, si era appunto recato al pronto soccorso di Cona. La titolare del negozio di acconciature, sempre a suo dire, lo avrebbe invece accusato di voler rubare la bicicletta, e da qui l’eccesso di rabbia che lo aveva indotto a rovesciare un bidone della spazzatura, procurarsi una bottiglia e spaccarla per intimidire i presenti con i cocci.

Una versione che non ha convinto il giudice, se non altro perché la minaccia con i vetri appuntiti era stata accompagnata dalla richiesta di consegnargli cinquanta euro. L’uomo era quindi finito in manette dopo l’intervento della polizia di Stato, e portato in carcere con l’accusa di tentata rapina aggravata. La stessa contestazione che gli era stata mossa qualche giorno prima, quando aveva terrorizzato una donna nel parcheggio dell’ospedale di Cona. Ma il primo arresto si era risolto con un foglio di via obbligatorio, questa volta il 42enne - che ha anche aggiunto di voler tornare in Svezia dove lavorava come lavapiatti - è stato condotto in carcere in attesa del processo.

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