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Cosa funziona e cosa no a Ferrara, tre studenti lo chiedono ai cittadini

Nicola Vallese
Cosa funziona e cosa no a Ferrara, tre studenti lo chiedono ai cittadini

Avviato un sondaggio per conoscere i punti di vista delle persone

18 settembre 2024
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Ferrara A volte può capitare di innamorarsi virtualmente di una città, della sua storia, della sua bellezza artistica ad un punto tale da volerla non solo visitare ma anche migliorare, pur ritrovandosi a centinaia di chilometri di distanza. È questo il caso di Federico Mussano di Torino, Daniela Spissu di Cagliari e Martina Grillo di Alcamo in Sicilia (unica a trovarsi nella città estense): tutti studenti provenienti da diverse città ma legati dal loro amore per Ferrara e dal corso di perfezionamento e formazione dell’università di Ferrara intitolato “Progettazione culturale per l’innovazione del territorio e la cittadinanza attiva”. Proprio lì è nata l’idea di proporre, per via telematica, un questionario rivolto agli over 18 per chiedere loro cosa manca alla città e come renderla ancora più fruibile. Partecipa al sondaggio.

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«La forza del progetto che stiamo portando avanti – rivela Mussano – è anche il fatto di essere molto eterogenei con diversi background culturali così come le età: io ho 34 anni, Martina 24 e Daniela 47. Inoltre possiamo vedere Ferrara con un occhio esterno». I tre studenti sono così in grado di offrire una visione scevra da pregiudizi o legami territoriali che possono condizionare, a volte anche inconsciamente, chi invece vive la città da diversi anni. «Attraverso questo corso – prosegue Mussano – abbiamo avuto modo di esplorare alcune realtà del territorio e con la nostra sensibilità abbiamo poi colto quello che ci sembrava bello e meno bello». La genesi del sondaggio e del progetto, il cui elaborato finale sarà presentato il 26 settembre, nasce dalla discussione dei tre studenti che si sono trovati concordi su un punto: il bisogno di luoghi di aggregazione in particolare per quanto riguarda i giovani, supportati dall’esperienza di Martina Grillo che sta vivendo la città da studentessa fuori sede. Così si è deciso di muoversi su due fronti coinvolgendo da un lato l’amministrazione e chiedendo se vi fosse un immobile che potesse fungere da centro di aggregazione e dall’altro proponendo un sondaggio che avvalorasse tale tesi. Attraverso 38 domande che mirano a conoscere il target e chiedendo informazioni con risposte aperte e chiuse inerenti la propria città e il grado di soddisfazione sui trasporti pubblici, i prezzi, cosa si vorrebbe cambiare e così via, si cerca quindi di offrire un valido aiuto per capire cosa pensano realmente i ferraresi della propria città.

Obiettivi

«Ci piacerebbe riuscire ad intercettare anche fasce d’età meno coinvolgibili da un questionario di questo tipo come ad esempio gli anziani – continua Mussano – sarebbe molto interessante sapere cosa ne pensano di Ferrara per poter avere un quadro esaustivo». Gli elenchi con le persone da contattare vengono forniti dai docenti del corso e dalle associazioni del territorio che cercano di fare da supporto e di aiutare come possibile. Entro fine mese i tre studenti potranno quindi conoscersi personalmente realizzando al contempo il sogno di visitare la città di Ferrara esaminata solo sui testi o telematicamente: «Mi incuriosisce il lato storico. Partendo da una città come Torino, l’idea di abitare in una città più piccola mi fa venire voglia di viverla come cittadino attivo potendo far rete con altre persone».