Ferrara, dal gazebo a Cona ad un alloggio dove mancano acqua, luce e gas
La triste storia del trasloco della famiglia senza tetto a Formignana
Formignana Il viaggio della speranza, da Ferrara a Formignana per tornare ad abitare in una normale casa di mattoni anzichè in un gazebo davanti all’ospedale Sant’Anna, ha riservato un’amara delusione. «Devo ammettere che siamo in difficoltà – racconta la signora Giuseppina, che da lunedì scorso si è trasferita nella nuova abitazione – Qua manca un po’ di tutto, anche l’essenziale». La famiglia si muove di notte in casa usando pile e candele, perché non c’è ancora la corrente elettrica. E per ricaricare il cellulare – fondamentale in questo frangente perché i nuovi inquilini non conoscono la zona e l’abitazione Acer si trova ad alcuni km dal paese – l’unica possibilità è collegarlo a una presa in parrocchia, racconta costernato un volontario dell’associazione “Un tetto di cuori”.
Le condizioni dell’appartamento sono al limite dell’abitabilità. Di fatto tra i muri ci sono qualche elemento di arredo e qualche elettrodomestico, inutile finché nell’alloggio non sarà portata l’elettricità. La descrizione che fa della situazione il volontario di “Un tetto di cuori” è sconfortante e rende l’idea di come il Comune di Ferrara (il referente del nucleo in questo momento sarebbe un’operatrice dell’Asp) abbia affrontato il caso in tutta fretta quando la notizia è divenuta di dominio pubblico e invocando il soccorso dell’Acer in un Comune che da alcuni mesi ha un’amministrazione di centrodestra, come Ferrara. Questo il quadro fatto dal volontario: «Manca la luce, manca l’acqua (gliela portano i vicini in taniche perché non c’è neanche nel cortile), manca il gas. In casa c’erano due lettini singoli senza lenzuola, ma loro sono tre adulti. Il terzo lettino lo hanno portato delle amiche, che consegnano anche il cibo. Senza il gas ai fornelli gli inquilini mangiano affettati e scatolette». l
Gi.Ca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA