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Cade una candela, la casa va a fuoco. Ospitava gli sfollati del gazebo del Sant'Anna

Cade una candela, la casa va a fuoco. Ospitava gli sfollati del gazebo del Sant'Anna

Gli intossicati tornano a Cona dopo il trasferimento, alloggio di Formignana inagibile. Non aveva neanche gli allacciamenti delle utenze, la famiglia non poteva attivarli non avendo ancora ottenuto la residenza

21 settembre 2024
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Ferrara È andato a fuoco nella notte tra giovedì e ieri l’alloggio in via Rossetta a Formignana dove da tre giorni aveva trovato casa la famiglia che per qualche mese aveva vissuto nel gazebo davanti all’ospedale di Cona. Per cause in corso di accertamento da parte dei vigili del fuoco e dei carabinieri, le fiamme hanno avvolto mobili ed elettrodomestici. Due persone sono rimaste intossicate e per questo hanno avuto bisogno di cure mediche. Sulle cause le indagini sono aperte, molto probabilmente il fuoco è partito da una candela lasciata accesa.

«Tranquillizzo i residenti di Tresignana per il trambusto notturno - ha detto l’ex sindaca Laura Perelli - Si è verificato un incendio fortunatamente senza danni gravi a persone. Ringrazio i vigili del fuoco e i carabinieri per la tempestività e l’efficienza. Sono in contatto con il personale dell’Ufficio casa dell’area welfare dell’Unione per trovare una sistemazione alla famiglia coinvolta».

Una situazione molto particolare e delicata, quella di via Rossetta. Giovedì la signora Giuseppina, una delle persone che abitava nell’appartamento adesso inagibile, ha raccontato alla Nuova di essere «in difficoltà nella nuova casa, dove siamo da lunedì. Qua manca un po’ di tutto, anche l’essenziale». A quanto pare la famiglia si muoveva di notte in casa usando pile e candele, perché non c’era ancora la corrente elettrica (le utenze non potevano essere attivate perché la famiglia non aveva ancora ottenuto la residenza). «E per ricaricare il cellulare - fondamentale in questo frangente perché i nuovi inquilini non conoscono la zona e l’abitazione si trova ad alcuni km dal paese - l’unica possibilità è collegarlo a una presa in parrocchia», raccontava costernato un volontario dell’associazione “Un tetto di cuori”.

Fatto sta che giovedì notte una delle candele accese sarebbe finita sulla brandina sistemata all’ingresso.

Ieri mattina, per uno strano scherzo del destino, in via Rossetta è anche arrivato il tecnico di Hera per gli allacci. La casa assegnata è gestita da Acer ma si tratta di edilizia privata. Questo significa che bisogna pagare un canone mensile e che le utenze vanno attivate. Altro problema: la famiglia non aveva ancora la residenza a Formignana. In pratica vengono date sì le chiavi ma spetta poi agli inquilini procedere con le richieste di acqua, luce e gas. Non sapendo dove altro andare, Giuseppina e suoi familiari si sono sistemati all’interno dell’appartamento così da avere un tetto sulla testa. Giovedì tutto è andato a fuoco. L’alloggio, appena ristrutturato, è inagibile e bisognerà dunque trovare un’altra sistemazione. «Abbiamo avuto paura - raccontano i vicini - Abbiamo sentito gridare e quando ci siamo affacciato un gran fumo usciva dalle finestre. Ci hanno raccontato di una candela, effettivamente usavano quelle alla sera perché non avevano la luce. Per fortuna i soccorsi sono arrivati subito e noi non abbiamo subito danni. Come abbiano fatto a stare in quelle condizioni, non si sa».

Insomma, l’Odissea continua. Dal gazebo di Cona al “trasloco” a Formignana. E adesso si ricomincia, con la sindaca che comunque si sta già muovendo. l

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