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L’analisi

Ferrara, nelle strutture sanitarie una violenza ogni due giorni

Gioele Caccia
Ferrara, nelle strutture sanitarie una violenza ogni due giorni

Dai dati del 2023 emerge una situazione critica. Il Pronto soccorso è tra i servizi più colpiti e il 65% delle aggressioni è sulle donne

23 settembre 2024
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Ferrara L’estintore lanciato contro la porta del Reparto psichiatrico. I frammenti di vetro sul pavimento e le parti danneggiate dell’infisso sono stati rimossi subito, ma in ospedale e nelle altre strutture sanitarie del territorio quell’immagine ha suscitato ulteriori preoccupazioni. Ulteriori perché Ferrara non è un paradiso, come confermano i dati sulle violenze contro i sanitari, e anche perché il fenomeno sembra in crescita un po’ in tutto il Paese e non solo effetto dell’attenzione focalizzata in queste settimane su alcuni e specifici episodi avvenuti sul territorio nazionale. Asl e Sant’Anna hanno individuato da tempo una vulnerabilità locale su questo fronte e ha predisposto un piano di intervento «in collaborazione con gli altri enti preposti e con la supervisione della prefettura di Ferrara», scrivono le aziende.

I numeri Il presupposto di questa scelta sono i dati sulla frequenza e la distribuzione degli episodi accaduti nel Ferrarese nel 2023: 142 in totale – ricorda l’Asl – 86 dei quali avvenuti nelle strutture dell’azienda territoriale e 56 negli spazi dell’azienda ospedaliero universitaria Sant’Anna. In pratica uno ogni 2 giorni e mezzo. Di questi, sono stati 122 i casi che hanno riguardato personale infermieristico, 15 i medici, il resto altri operatori; 12 inoltre – sempre nel 2023 – sono state le aggressioni fisiche, altre 40 sono state “miste”, sia fisiche sia verbali, «con anche danneggiamenti a cose (nessuna con esito “severo”)». Uno scenario quest’ultimo - il danno materiale – che, senza coinvolgimento di persone, si è ripetuto domenica pomeriggio con il lancio della bombola dell’estintore contro la porta di accesso al Servizio psichiatrico, in ospedale. La tendenza fotografata dalle statistiche di Asl e Sant’Anna sembra confermare una crescita nel tempo: gli episodi aggressivi sono stati 98 nel 2019 e 72 nel 2022. «L’aumento più spiccato è nelle aggressioni verbali (127 nel 2023, scrive l’Asl), questo dimostra anche una maggiore sensibilità e attitudine a denunciare da parte degli operatori, grazie alla sensibilizzazione messa in atto dalla direzione». Come spesso succede per le aggressioni, nelle diverse tipologie, la quota più rilevante avviene a carico delle donne, il 65%, secondo i dati raccolti nel 2023.

I servizi più colpiti Probabilmente la statistica non si differenzia tanto fra gli ospedali: il servizio più coinvolto è il Pronto soccorso, poi, come è avvenuto domenica scorsa, il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (Spdc), le Medicine interne, le strutture ambulatoriali in particolare legate a Serd e Salute mentale.

I fattori di rischio Sono molteplici secondo l’analisi che ne fanno le aziende sanitarie. Un fattore importante è l’aumento di pazienti con disturbi psichiatrici e comportamentali; ma incide anche l’uso di droghe e alcol, abusi che trasformano i pazienti in aggressori. E non mancano i fattori che possono agevolare le condotte aggressive, come «la scarsa illuminazione dei luoghi, gli accessi non regolamentati, le lunghe attese e il limitato numero di operatori presenti, come la limitata preparazione a riconoscere i comportamenti aggressivi».

Le azioni preventive Nel piano interaziendale messo a punto per tutelare gli operatori sanitari nelle sedi di lavoro l’attenzione è rivolta anche agli atti che possono far emergere sempre più il fenomeno, come sensibilizzare il personale a denunciare gli episodi accaduti; la raccolta e approfondita analisi delle segnalazioni – scrive l’Asl – e la mappature delle aree a rischio (dagli ospedali alle Case di comunità e alle altre strutture territoriali, compresi i Cau). Per gli operatori sanitari il piano garantisce supporto psicologico, come la formazione specifica per facilitare il «riconoscimento dei segnali di aggressività» e l’adozione di «tecniche di de-escalation». Sull’intranet aziendale sono disponibili «i moduli per la denuncia, anche in anonimato, di qualsiasi episodio non corretto».