A Ferrara la ronda del Movimento Nazionale: «Liberiamo la città dai clandestini»
Il gruppo è nato dalla scissione con Forza Nuova. Intanto arrivano le proteste: «Così si torna ai fasci del Ventennio»
A Ferrara è una settimana di “vetrina” per i movimenti politici di estrema destra. Sabato 5 ottobre Forza Nuova inaugurerà la sede in città e per l’occasione, a partire dalle ore 18, il Comune ha disposto la modifica della viabilità su via Boldrini, tra via Pesci e via Grillenzoni. La notizia ha già suscitato reazioni allarmate da parte dell’associazione Assoarma, che ha protestato per «l’usurpazione» della denominazione “Casa della Patria” scelta dalla formazione neofascista per la propria sede. Ma l’inaugurazione della sede di Forza Nuova non è l’unico appuntamento della settimana.
La “ronda” eseguita lunedì sera nel quartiere Gad da alcuni componenti del Movimento Nazionale Emilia, nato nel 2020 dopo la scissione da Forza Nuova, ha sollevato altre proteste, come quella espressa in un post da Alessandro Bratti, segretario generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po: «Stiamo ritornando ai fasci del ventennio. Non è tollerabile in una città come Ferrara una roba come questa. Spero che l’amministrazione comunale si esprima al riguardo». Sulla “passeggiata anti-degrado” del Movimento Nazionale attorno alla zona di via Oroboni ieri è entrato nei dettagli il coordinatore dell’Emilia, Mattia Piras: «Ci siamo allontanati da Forza Nuova, con cui non abbiamo più nessun contatto, e facciamo parte della Rete dei patrioti. A Ferrara non abbiamo ancora una sede fisica. In Emilia (le province emiliane, non la Romagna) siamo un centinaio, una decina a Ferrara. Organizziamo presìdi e passeggiate nei luoghi delle città (ne abbiamo fatti diversi a Bologna, di recente, ne faremo altri in altri capoluoghi e in questa provincia) dove la presenza dell’immigrazione ha generato degrado e dove c’è ad esempio il problema della Mafia nigeriana. L’obiettivo è consentire agli italiani di riappropriarsi dei quartieri cittadini. Ci muoviamo in piccoli gruppi senza simboli e bandiere, queste non sono manifestazioni, non servono autorizzazioni. Segnaliamo le situazioni critiche alle forze dell’ordine. Dove siamo visibili con le nostre passeggiate non si verificano episodi di criminalità». Ma trovarsi 10-15 persone davanti a casa, di notte, può non essere allarmante per chi ci abita? «Sono passeggiate – conclude Piras –. Noi vogliamo che siano rimpatriati i clandestini. Il governo deve creare le condizioni perché questo possa avvenire».