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La protesta

Comacchio, porta la figlia al Cau ma viene indirizzata all’ospedale di Cona: «Mi sono sentita rifiutata»

Alessandra Mura
Comacchio, porta la figlia al Cau ma viene indirizzata all’ospedale di Cona: «Mi sono sentita rifiutata»

La bimba di due anni aveva la febbre alta ma la donna non poteva spostarsi perché a casa c’era l’altro figlio. Arriva la replica dell’Ausl

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Comacchio La sua bimba di appena due anni aveva la febbre alta, era sabato sera e il pediatra quindi non era raggiungibile. Preoccupata come ogni mamma in quelle circostanze, si è rivolta alla Guardia Medica che a sua volta l’ha indirizzata al Cau della Casa della Comunità San Camillo di Comacchio, dove però non ha ricevuto l’accoglienza che si aspettava. A raccontare la brutta esperienza è la signora Giada, che ha deciso di rendere nota la vicenda perché non ritiene giusto il trattamento ricevuto e si augura che la sua testimonianza possa essere di aiuto: «Era sabato sera e mia figlia stava male. Aveva la febbre alta e allora ho telefonato alla Guardia medica. Il medico mi ha detto che potevo rivolgermi al Cau a Comacchio dove l’assistenza, mi è stato detto, comprende anche la fascia zero-18 anni». Una volta al Cau, però, «la dottoressa mi ha subito chiesto: “Spero che la paziente sia lei e non la bambina, perché in questo caso non deve rivolgersi al Cau ma andare al pronto soccorso dell’ospedale di Cona. Ma io a casa, a Comacchio, avevo l’altro mio figlio e non potevo certo lasciarlo da solo con il rischio di trascorrere ore e ore a Cona». La donna allora ha chiamato di nuovo la Guardia Medica «che ha ribadito, anche un po’ innervosita, che al Cau avrebbero dovuto visitare la bambina. E invece niente da fare, non l’hanno neanche voluta guardare. Allora non è rimasto che andare alla farmacia di turno a Lido Estensi a prendere l’ibuprofene in attesa di poter andare dal pediatra il lunedì. La bimba per fortuna adesso sta meglio, ma quello che mi ha dato veramente fastidio è stato l’atteggiamento, mi sono sentita rifiutata».

A fronte di questa segnalazione, l’Ausl ha inviato la seguente replica: «Il medico in servizio presso la Continuità Assistenziale, dopo aver raccolto l’anamnesi, ha consigliato in prima istanza di recarsi nell’ambulatorio pediatrico di Cona per avere un riscontro specialistico ma la madre, impossibilitata a raggiungere Cona per motivi personali, ha richiesto la possibilità di visita al Cau di Comacchio. La Continuità Assistenziale, comprendendo le difficoltà, ha reputato che la prestazione pediatrica potesse essere potenzialmente gestita dal medico presente al Cau, a cui, è bene sottolinearlo, spetta sempre la decisione se gestire direttamente la problematica clinica o se occorre avvalersi di uno specialista o attivare altri percorsi più opportuni, come avvenuto in questo caso. Una volta ricontattato, il servizio di Continuità Assistenziale ha comunque fornito aiuto telefonico alla signora, individuando la farmacia di turno aperta e concordando la gestione della terapia che si è rivelata efficace. Si ricorda che in particolare per i neonati, fino a due anni d’età, il riferimento principale rimane il proprio pediatra. Di notte e nei giorni festivi e prefestivi, si suggerisce di contattare il servizio di Continuità Assistenziale, al Numero Verde gratuito 800 087 601, prima di recarsi direttamente nell’ambulatorio Cau, in modo da poter avere un orientamento utile su dove indirizzarsi. Il medico di centrale sarà infatti in grado di valutare il bisogno del piccolo paziente e avviare il percorso di cura e assistenza più adatto alla situazione, indirizzando la famiglia verso l’accesso al Cau o al Pronto Soccorso Pediatrico, o suggerendo un diverso approccio più appropriato».