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Le reazioni

De Pascale sulle barricate: «Revocate i licenziamenti»

Stefano Luppi
De Pascale sulle barricate: «Revocate i licenziamenti»

Cgil, Cisl e Uil: «Cose da Far west, ora temiamo gli emulatori»

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Ferrara Nell’odierno mondo del lavoro, una giungla vera e propria, della civile e “ricca” (sempre meno) Emilia Romagna accade di essere licenziati all’alba, con un messaggio di posta elettronica proveniente dall’altro capo del mondo.

Dal click di una mail certificata mandata a 77 lavoratori (25 impiegati, 49 operai e 3 dirigenti) , spedita da chi mai si è visto, un rappresentante della proprietà, il fondo americano Regal Rexnord Corporation che ha sede a Beloit, in Wisconsin. La vicenda del licenziamento improvviso, lunedì, di questi lavoratori ha fatto il giro d’Italia e sono tantissime le dichiarazioni dei sindacati che si sono susseguite per tutta la giornata. Altri ne seguiranno oggi, dopo l’incontro che si svolgerà in mattinata presso Confindustria locale: una riunione ovviamente molto delicata tanto che ieri i vertici regionali di Confindustria Emilia Area Centro hanno preferito non intervenire. Anche la Regione Emilia Romagna, che ha attuato di recente il Patto per il lavoro e per il clima dove si parla di «rimettere al centro il lavoro e il valore dell’impresa», prende tempo in attesa di avere elementi completi sulla vicenda, come fa sapere l’assessore regionale al lavoro Vincenzo Colla.

La politica

Sul fronte politico la candidata di centro destra alle Regionali di novembre Elena Ugolini sceglie di non commentare a caldo, lo fa invece lo sfidante di centro sinistra Michele de Pascale. «L’azienda – chiede il sindaco di Ravenna – revochi immediatamente la procedura perché quanto fatto è inammissibile. Nella regione del Patto per il lavoro e il clima, modello di concertazione sociale di eccellenza e unico a livello nazionale, si tratta di un comportamento ancora più inaccettabile». E arriva la vicinanza umana: «Voglio esprimere il massimo della vicinanza e del sostegno ai 77 lavoratori, uomini e donne, dello stabilimento di Masi Torello: stabilimento finora produttivo dove non sono mai stati attivati dall’azienda gli ammortizzatori sociali. Ci troviamo dunque davanti ad una situazione gravissima, riprovevole sia dal punto di vista della forma, con il licenziamento dei dipendenti via mail senza alcun preavviso dalla sera alla mattina, e ancor più nella sostanza. I lavoratori e le lavoratrici vanno rispettati».

I sindacati

«La situazione dei lavoratori della Regal Rexnord grida vendetta – dice Rocco Palombella, segretario nazionale di Uilm Unione Italiana Lavoratori Metalmeccanici di Uil – siamo di fronte al far west nel mondo del lavoro. Una cannibalizzazione frutto dell’assenza di regole e controlli efficaci che abbiamo più volte denunciato nel silenzio generale della politica. È una azienda che non è in crisi, che non ha mai parlato di chiusure, perfino nell’ultimo incontro di dieci giorni fa si parlava di lavoro e di prospettiva nel prossimo anno. Invece la multinazionale americana, l’ennesima nel nostro Paese che si comporta in questa maniera vergognosa, licenzia 77 lavoratori senza alcuna discussione, con una mail all’alba. Questo rappresenta anche il fallimento delle relazioni industriali e la mancanza di rispetto delle persone. Da anni sentiamo da ogni governo che si fanno leggi che bloccano le delocalizzazioni o questi atti selvaggi, ma la realtà è diversa». Aggiunge Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl: «È inaccettabile quel che accade ad imprese associate a Confindustria con cui stiamo parlando di sostenibilità sociale: è questa? Proprio nella regione dove c’è il patto per il lavoro».

Presidi sul campo

Attacca anche la Cgil con Massimo Bussandri segretario generale Emilia Romagna e Gianni Cotugno, segretario generale Fiom Cgil Emilia Romagna. «Mentre l’Europa – dice Bussandri – pensa solo a riarmarsi e a finanziare guerre in giro per il mondo, sui territori si comincia a fare i conti con un nuovo capitalismo finanziario totalmente privo di scrupoli che investe e disinveste da un capo all’altro del pianeta a seconda dei margini di profitto garantiti dall’innovazione tecnologica, una sfida nella quale il nostro continente è rimasto attardato di vent’anni. E mentre ci sono lavoratrici e lavoratori che vengono avvisati del licenziamento con una pec, il governo non ha nessuna idea di come fronteggiare un declino industriale che ormai ha smesso di bussare alla porta. Il caso Regal Rexnord è emblematico per la ferocia delle sue modalità e picchia sul territorio ferrarese già a forte rischio di desertificazione industriale, ma purtroppo temiamo che sia solo la punta di un iceberg». Aggiunge il capo della Fiom: «Il territorio di Ferrara è già martoriato da chiusure di aziende e licenziamenti, siamo molto preoccupati perché si delocalizza verso stati dal basso costo del lavoro e si chiude una azienda importante nell’ambito delle energie rinnovabili». Chi è sul posto da ormai tre giorni consecutivi è Patrizio Marzola, segretario generale Fim Cisl di Ferrara: «Oggi chiederemo si ritorni sulla decisione, anche se non credo la multinazionale lo farà, per cui occorrerebbe trovare, come avvenuto in altre occasioni, un imprenditore che faccia partire una nuova fase per questa azienda che è una realtà produttiva regolare e in ordine».